Tuttavia ho notato di recente che diversi lettori arrivano al mio blog googlando parole come “dieta per grinder” oppure “gli errori di un giocatore” o ancora “vita da grinder”.Sono stato realmente sorpreso nel notare che i giocatori di poker stanno spostando la loro attenzione in modo graduale e inesorabile verso gli aspetti extra-pokeristici del gioco che possono avere un’influenza reciproca o addirittura interferenza nella vita. Mi riferisco quindi sia a quello che il poker aggiunge o sottrae nel nostro quotidiano (più soldi, ma anche più stress, suscettibilità, rabbia, alienazione), sia al modo in cui ciò che facciamo nella vita possa migliorare il nostro poker durante le sessioni (sport, interessi, alimentazione corretta).
Da qui nasce l’idea di stilare una lista di consigli per imparare a costruire una dieta in modo equilibrato.
Premetto che tutto ciò che troverete qui è una infarinatura generale conseguente il mio percorso di studi in medicina e la cura di una passione molto forte per il body building e l’alimentazione, ma non mi permetterei in alcun modo di prescrivere diete generiche a nessuno e per nessuno (nemmeno agli addetti ai lavori!).
Non troverete nessuna formula magica o scorciatoia: la conoscenza del proprio corpo e di come reagisce, nonché dei macro e micro-nutrienti, è però il primo step per operare un cambiamento radicale nelle proprie abitudini.
Scommetto che molti di voi avranno in un modo o nell’altro ricercato qualcosa di simile almeno una volta nella loro carriera di giocatori di poker e non è un caso che spesso questo senso di ricerca che avete avuto coincida con “cattive abitudini” e “migliorare o modificare uno stile di vita insoddisfacente”.
“Siamo quello che mangiamo”
E’ una celebre frase del filoso Feuerbach ed è quanto mai moderna.
Il cibo incide non solo sulla composizione corporea e sul benessere fisico ma anche sul modo di ragionare e il benessere mentale.
Sapevate che la gran parte delle cellule viene ricambiata in continuazione nel nostro corpo?
No, non mi riferisco solamente ad alcune rogne come le stempiature o la calvizie.
Non parlo di “deterioramento del corpo e degli organi”, quello è un processo biologico del tutto naturale e inevitabile.
Sto parlando di “sostentamento ed equilibri corporei”. Le cellule non nascono e muoiono semplicemente, bensì si rigenerano e danno vita a nuove cellule.
Queste nuove cellule non solo sono figlie delle prime e quindi risentono dello stato di benessere della cellula genitoriale ma hanno anche bisogno di adempiere alle loro funzioni mentre sono in vita e per farlo utilizzano “substrati”.
Molti di questi substrati si trovano per l’appunto nel cibo, quindi alimentarsi “bene” per 4-5-10 anni non significa che potrete poi trascurarvi per il resto della vita, perché dopo un paio d’anni di trascuratezza assoluta sarete ugualmente da rottamare!
Scherzi a parte, abbiamo dato per assodato che l’alimentazione è un processo che richiede una attenzione costante e quindi veniamo al primo consiglio che sento di darvi:
non adottate strategie di cambi repentini, dovreste oscillare attorno a un punto di equilibrio dinamico a cui è facile ritornare.
Quando create un regime alimentare eccessivo perché mangiate male e troppo oppure ne preferite uno troppo severo (diete restrittive) vi allontanate dal punto di equilibrio e, soprattutto, farete un’enorme fatica a sostenere quel regime molto al lungo.
In altre parole, evitate gli eccessi. Se vi siete resi conto un bel giorno di essere diventati grassi, non passate drasticamente alle “insalatine” o al “saltare i pasti” perché non ha nessun beneficio nel lungo termine.
La gran parte del peso che perderete sarà la componente acquosa delle cellule grasse (adipociti) e non il grasso stesso che invece avrà uno switch molto più lento e a volte anche addirittura impossibile per certe zone corporee. Quindi, per favore, educate il vostro corpo.
Secondo consiglio: evitate che il metabolismo subisca rallentamenti.
Quando mangiate poco per un periodo di tempo troppo lungo, il corpo umano - che è abituato e programmato per sopravvivere in condizioni di ostilità dall’alba dei tempi - tende a “preservare le proprie risorse”.
Questo significa che in un regime austero verso se stessi il corpo risponde inizialmente con un dimagrimento veloce e poi con una stasi prolungata.
Portare il corpo a un metabolismo rallentato significa che quando tornerete nel futuro a mangiare in modo regolare, avrete uno smaltimento più macchinoso e tenderete a ingrassare con una facilità maggiore rispetto allo stato precedente.
Avete mai sentito parlare di “sindrome dello yo-yo”?
Ecco, la sindrome dello yo-yo è caratterizzata da oscillazioni di peso forti e frequenti, variazioni che arrivano anche a dieci o quindici chili, conseguenza del susseguirsi di diete ferree e periodi di alimentazione incontrollata.
Avete idea di come si muove uno yo-yo? La prima volta che lo lanciate scende verso il basso (dimagrite), poi tornate al punto di partenza.
La seconda volta scenderà un po’ meno prima di tornare su e così via fino a non scendere più.
Spero che questa “visualizzazione del concetto” vi aiuti a capire quale incredibile errore state commettendo.
Per ovviare a questi rallentamenti in regimi ipo-calorici persino i culturisti e gli atleti in generale escogitano tecniche di autentiche “over-dosi” di alimentazione in un giorno alla settimana, le cosiddette “ricariche energetiche” che hanno un impatto non solo sul metabolismo, ma anche sul piano emozionale e motivazionale: sapere di poter “sgarrare” ogni tanto o di potersi premiare dopo un lungo sacrificio settimanale aiuta a mantenere la dieta prefissata più a lungo.
Terzo consiglio: magro non è necessariamente “bello”
La gran parte delle persone comincia una dieta e si dà l’obiettivo di “perdere chili”.
Credo che sia veramente marginale.
Gli obiettivi di una dieta possono essere:
- “sentirsi bene con se stessi”
- “essere più agili e produttivi nei movimenti sia al lavoro che durante lo sport”
- “trovare un equilibrio nell’alimentazione”
- “avere un corpo armonico e piacente”
Capisco che molti vogliano far coincidere gli sforzi con un risultato a breve termine come la perdita di peso, ma un corpo più magro che non ha le giuste proporzioni e il giusto equilibrio tra grasso e muscoli è semplicemente un corpo brutto e la dieta non ha funzionato.
A volte perdere 15 chili può essere un’opera di semplice “svuotamento”.
Togliete la pancia, ma la pelle crea antipatiche smagliature oppure diventate “flaccidi” con un effetto di “vuoto”.
Ecco, alcune volte questi inconvenienti saranno tappe obbligate dovute alla perdita di peso; l’effetto “vuoto” si verifica molto spesso quando si scende di peso ma le smagliature posso essere prevenute.
Sono un problema molto serio perché la pelle è come una molla, si modella sul grasso e sui muscoli sottostanti: quando finite per tirarla troppo cede in alcuni punti e non esiste rimedio.
Per evitare la comparsa di smagliature, dunque, le perdite di peso devono essere graduali, lasciando il tempo alla pelle di reagire nel modo migliore.
Anche la flaccidità può essere combattuta, prevenuta e curata.
In questi casi, è più semplice rispetto alle smagliature...basterà fare movimento, uno sport o palestra saranno sufficienti per “riempirvi” a dovere!
Dopo questa prima panoramica, non perdetevi il prossimo articolo, dove andremo a studiare le modalità con cui costruire una dieta bilanciata e - visto che si avvicina il w/e - mi raccomando... non esagerate col cibo!
a cura di Antonio “crazysalsero” Graziano(Web)

Nessun commento:
Posta un commento