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sabato 9 marzo 2013

Quanto conta la fortuna nel Poker?


Cosa è la fortuna nel Poker?
E’ quella carta che ha un 5% di probabilità di uscire e che alla fine il dealer gira sul board. Due Assi o due Kappa “scoppiati”, che vuol dire perdenti e lo stack che si riduce sensibilmente per questa botta di fortuna per non dire peggio.

Quanto conta la fortuna del Texas Hold’em poker e nelle sue varianti?

Una bella domanda dalla risposta complicatissima.
E’ l’argomento più discusso dai giocatori amatori e professionisti, prima, durante e dopo un torneo. Raccontando le mani di come si è usciti o di come si è raddoppiato il proprio piatto, c’è sempre quell’imprecazione contro la mala sorte che ha fatto uscire sul board proprio quella carta che non doveva e invece ha mandato le chip verso la sponda dell’avversario.
La regola generale, che è anche la possibilità che un gioco come il poker texas Hold’em offre, è quella di limitare i danni di una mano che si sta giocando.

Cosa significa?

Significa calcolare le outs che si hanno in base a quello che potrebbe avere in mano l’opponent. Le outs sono le carte che ci servono per chiudere il punto per il quale stiamo giocando o per migliorare quello che abbiamo in mano (una coppia che può trasformarsi in tris). Calcolare rischi, vantaggi, possibilità in ogni mano. Evitare pericoli e trappole.
Come si fa?
Rilanciando per fare selezione al tavolo e per far buttare le carte agli avversari e tenere bene a mente l’andamento della mano. Da un rilancio, un check o un call si può leggere la mano dell’avversario e guidare l’andamento della mano grazie all’azione al tavolo.
Strategie di raise, call, limp, all in e bluff. Sono stati già scritti libri e pagine di teoria su ogni aspetto del poker. Più si è attenti, più si calcola, più si seguono strategie e meno si rischia al tavolo di incorrere in brutte mani, in bad beat.
Ma riprendendo le fila del discorso, un all in spregiudicato con una mano marginale o le “petecchie” come le chiamano i Caressas, può scoppiare una monster hand o annullare il vantaggio di due Over Card come
A K
o A Q.
Eccolo allora quel 3% al river che esce e manda avanti il player con un piede fuori dal torneo e abbatte le speranze di chi credeva di aver già messo le mani sul piatto.
Qualcuno potrebbe dire:
si tratta sempre di probabilità che vanno calcolate. Ma se le probabilità sono bassissime distinguere tra matematica e pura sorte può essere molto complicato. Il giocatore deve sapere che queste situazioni vanno messe in conto e che tutto può capitare, semplicemente perchè il calcolo lo consente.
C’è poi tutto un altro versante che è quello delle carte che i giocatori riescono a “vedere” durante un torneo. Qui l’aleatorietà è totale. Non c’è niente che calcoli quali carte si riceveranno in un torneo. Come il dealer distribuirà AA o KK .
Giocare con coppie alte o con over card che consentono azione al tavolo è molto più facile del condurre bluff costanti per rubare bui e sopravvivere ai livelli che crescono costantemente. E altro elemento che facilita al tavolo è quanto e come si “lega” il punto tra le proprio carte e il flop. Giocare con una figura dall’Asso al Kappa fino al Jack e comporre sempre la top pair al flop è ancora più semplice.
Un gioco complesso in cui la fortuna conta ma in cui contano tante qualità. Le conferme arrivano dai tanti campioni che al tavolo continuano a fare risultati nel tempo e dimostrano che quella vittoria importante che li ha fatti riconoscere non è stato un caso o un colpo di fortuna. Ma frutto delle proprie qualità.(Web)

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