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sabato 4 maggio 2013

Poker e filosofia


Oggi parleremo di filosofia. Non solo, ma affronteremo pure il tema del conformismo, del conservatorismo e del progressismo. Parleremo di valori, di virtù, politica, persino di escatologia umana. No, non fate quella faccia. Per affrontare tutti questi argomenti ci serve poco. Solo un mazzo di carte da poker. 32 carte per quattro giocatori virtuali sono sufficienti. Se siamo pronti, vado a distribuire le carte di questa partita. Ecco i risultati.
Mario, coppia di re. Una coppia è sempre meglio di niente, ma Mario non può accontentarsi, specie quando con un po' di fortuna potrebbe ottenere una doppia coppia, un tris o una combinazione ancora migliore. Sarà costretto a essere un po' conservatore, salvaguardando la discreta coppia, e parecchio innovativo cambiando tre delle sue cinque carte. Sarà un riformista.
Giuseppina, cinque scartine. Giuseppina vorrebbe buttare in aria il tavolo da gioco. In mano non ha nemmeno una pidocchiosa coppia di sette. Ha poco da riflettere. Deve rivoluzionare il suo gioco, affidarsi mani e piedi al nuovo chiedendo quattro carte nuove. Sarà la campionessa dell'innovazione, nella speranza che una rivoluzione di carte faccia migliorare la sua posizione al tavolo di poker.

Dalia, full d'assi. A Dalia non è andata male. Un full d'assi è una gran bella combinazione che le assicura un quasi sicuro successo nel prosieguo della partita. Sarà una conservatrice, si augurerà che la società pokeristica di cui parte rimanga cristallizzata nella sua attuale conformazione, sarà una paladina dello status quo, non sostituirà neanche una carta perché qualsiasi cambio peggiorerebbe quasi di certo le sue possibilità future. Naturalmente parlerà in modo moderno, innovatore, perché è sempre un bene celare le proprie intenzioni nei giochi d'azzardo.
Osvaldo, cinque scartine. L'ultimo dei giocatori si ritrova nella stessa infelice situazione di Giuseppina, ma le sue riflessioni lo conducono a comportarsi in maniera nettamente diversa. Uno sguardo ai suoi competitori pokeristici gli fa pensare che non può vincere cambiando quattro carte come richiederebbe la dinamica del gioco. Decide allora di comportarsi in maniera originale e forse un po' pazza. Dichiara di essere servito e cercherà di aggiudicarsi quella partita bluffando. Cioè Osvaldo si comporterà da anticonformista, perché questa è la sola strategia realmente vantaggiosa ai suoi occhi.
Ecco quindi che in una sola mano di poker abbiamo riprodotto molte delle strategie e dei comportamenti umani volti a vivere, cioè ad autoaffermarsi. Al nostro tavolo di gioco abbiamo i conservatori, gli innovatori e i progressisti e infine gli anticonformisti. Il poker come la vita. I giocatori di poker saranno influenzati nella loro condotta di gioco dalla mano di carte ricevuta dal mazziere; così come gli uomini saranno influenzati nei loro comportamenti - e persino nei loro ideali o nelle loro convinzioni – dalla mano di carte ricevuta dalla vita (natali più o meno fortunati, talenti, opportunità). La sola differenza tra i giocatori di poker e gli esseri umani è che i primi sono molto meno retorici dei secondi. Nessuno si sognerebbe mai di definire eroe o santo o alfiere del progresso un pokerista che chiede due, tre o quattro carte o che bluffa; mentre gli uomini si sentono sempre molto buoni, innovatori, anticonformisti, altruisti, e campioni di onestà, giustizia, moralità, intelligenza quando fanno determinate scelte di vita.

Naturalmente le cose nella vita sono un pizzico più complicate dell'esempio riportato. Le carte ricevute nella vita sono un po' più complesse da giudicare delle carte di poker. Molto conta la sensibilità personale: per molti a decidere il tuo gioco futuro sono soprattutto considerazioni economiche, quanti soldi hai o quanti puoi averne in un vicino futuro. Per altri anche ricoprire una soddisfacente posizione in campo intellettuale, spirituale, morale, estetico non è una cattiva combinazione nel gioco della vita. Inoltre una stessa mano di carte può essere giudicata in modo diverso da differenti giocatori. Senza scordarci l'importanza delle aspettative e delle aspirazioni coltivate in campo pokeristico o esistenziale, le quali possono indurci a fare il gioco pesante, cioè possono spingerci a essere molto più anticonformisti o rivoluzionari del lecito. O semplicemente possono indurci a barare. Cioè a essere furbi per vincere.(Web)

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