LA VIA DELLA FELICITA’
“…Se
vogliamo trovare la via della vera felicità, che non è una via né
difficile né faticosa, dobbiamo prima di tutto fare il contrario di ciò
cui siamo abituati: dobbiamo svuotarci.
Svuotare la mente di tutte le cose che ci abbiamo infilato dentro e che ci impediscono di fare la cosa più semplice: vivere secondo la nostra natura. Si chiede forse a un fiore, o un animale, quali obiettivi porsi, quali ruoli assolvere, quali comportamenti è meglio avere?
No, semplicemente la pianta diventa ciò che il suo progetto profondo, contenuto nel seme, aveva pronto per lei.
Diventa stelo e fiore.
Senza elucubrazioni, senza teorizzazioni, senza dubbi, sensi di colpa o ambizioni.
Perché noi non siamo capaci di fare la cosa più semplice di tutte?
Dov’è la nostra superiorità, in cosa siamo più intelligenti di un fiore o di un animale?
Comincia a farsi strada una verità profonda: la
vera felicità non è uno stato isterico di continua allegria, ma è la
realizzazione del nostro progetto più profondo, il progetto che la Vita
ha per noi.
Non c’è niente di complicato o misterioso in queste parole.
Non più dello sbocciare di un fiore o del crescere dei nostri capelli.
La
vera felicità, allora, non ha nulla a che vedere con ciò che sta
attorno a noi, non dipende da ciò che abbiamo o da come stiamo, dalla
nostra forza o debolezza, dal fatto di aver capito o non capito
qualcosa, dall’avere vissuto più gioie o più dolori.
La felicità dipende solo da noi stessi.
Da
come sappiamo osservarci senza giudicare, da come lasciamo che la Vita,
tutta la Vita in tutte le sue forme – che noi scioccamente dividiamo in
buone o cattive – può scorrere in noi.
Coi
nostri giudizi, noi permettiamo o impediamo alla Vita di sgorgare. La
deviamo, la costringiamo, la mortifichiamo, la spegniamo.
E ci condanniamo così all’insensatezza e all’infelicità.
E
alle malattie, che sono il segno più chiaro ed evidente, se non fossimo
ciechi, di tutte le dighe che costruiamo di fronte al fiume dell’energia
vitale.
Felicità è osservare serenamente la Vita mentre incessantemente ci forma e ci crea.
Osservare i dolori e lasciarli venire, la tristezza e lasciarla venire, la gioia e lasciarla venire.
Allargare lo sguardo, cedere alla Vita.
Solo così, nella consapevolezza, diventiamo davvero donne e uomini, e smettiamo di recitare come burattini.”
Prof. Dr. Raffaele Morelli
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