Di quelli in cui ti rende felice anche solo un alito di vento, entrato in corsa dal finestrino abbassato, mentre la radio suona a note strozzate una di quelle canzoni, che è soddisfazione cantarle!
Di quelli che un pranzo con una amica è una marea di risate senza pensieri, pura e semplice allegria.
Di quelli che anche un cavo si trasforma in un gioco divertente, malgrado le frustate multiple, a causa della scarsa atleticità.
Di quelli in cui ti ritrovi a fare corone di margherite, come se non fossero passati dieci anni da quando ci rotolavamo nell'erba.
Di quelli in cui non ti perdi indietro a contare i giorni passati.
Di quelli in cui nemmeno il domani è un pensiero opprimente.
Di quelli in cui ti riscopri a raccontare un passato, non molto lontano. Con il sorriso sulle labbra.
E a raccontare di quel passato, non troppo lontano ti sembra quasi che il tempo abbia anestetizzato i dispiaceri.
Parlarne è stato come ricombinare insieme gli indizi di un rompi-capo, mettendoli in fila per bene e provando a vedere, se da lontano un qualche briciolo di senso saltava fuori.
Finisco sempre per lasciare libero il cuore tra predoni e polvere alzata, da corse a perdifiato di persone, che voglia di fermarsi nella mia vita, proprio non ne hanno.
Ma per ora sono ancora qui, con il cuore a penzoloni, che guarda avanti a sè.
E male che vada rimarremo io e lui, che male non si sta.
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