Tale gesto, fondamentale per le relazioni, fa parte della comunicazione non verbale ed è il nostro primo biglietto da visita.
Sebbene si tratti di un comportamento appreso, non è né formale né
impersonale. Il modo con cui diamo la mano non cambia nel tempo e
rappresenta una parte della nostra personalità.
Al momento del contatto infatti si toccano i circuiti cerebrali della cosiddetta “intelligenza sociale” che predispongono a un atteggiamento collaborativo. Si accende l’area coinvolta nei meccanismi di gratificazione chiamata nucleo accumbens mentre altre due regioni, l’amigdala e il solco temporale superiore, si attivano quando l’incontro si conclude positivamente, allentando lo stress.Il grado di forza, il tipo di pelle, la sua umidità, la sua
temperatura, consentono quindi una “lettura” del nostro interlocutore.
Una mano fredda e umida è associata a un temperamento introverso, una
calda a uno equilibrato e sicuro. È stato così stilato un dettagliato elenco di strette da evitare.
Troviamo il “pesce morto” e la “presa olandese” caratterizzate da
stretta debole e mano appiccicaticcia (mancanza di interesse), oppure la
“morsa” e la “tritaossa” entrambe strette potenti (intenzione di
dominare e di aggressività). Fino ad arrivare alla presa della punta
delle dita usata per mantenere le distanze e al suo contrario, quella
della chiave, per trascinare l’interlocutore nel proprio territorio.
Tutte modalità errate per svolgere un gesto apparentemente semplice.Esiste un vero e proprio galateo
che indica chi deve tendere la mano per primo, se tenere il guanto o
meno e quanto va agitata. La presa deve essere completa, ferma e stretta
a metà strada tra le due persone, con mano fresca e asciutta, si
dovrebbero effettuare circa due o tre scrollate di medio vigore
persistenti per non più di due o tre secondi guardando negli occhi
l’altra persona.(fonte Alessandra Benini)
La stretta di mano
Il nostro corpo, lo sappiamo già, è un gran bel chiacchierone!
Che lo vogliamo o no, il nostro corpo
comunica continuamente in modo non verbale. E anche se il nostro
interlocutore non ha mai fatto un corso sulla comprensione del
linguaggio del corpo, riuscirà comunque a comprenderne i significati in
modo inconscio. Perché?
Perché il linguaggio del corpo è
precedente al linguaggio verbale. E’ stata la prima manifestazione di
espressione dell’essere umano. E’ un linguaggio primitivo che di solito
accompagna i nostri discorsi. E’ un linguaggio universale inscritto nei
nostri geni, che ci sono stati trasmessi milioni di anni fa.
Tra le diverse forme di comunicazione del corpo, quella che usiamo più comunemente è la STRETTA DI MANO.
L’atto di stringere la mano è un retaggio del passato. Quando le tribù primitive si incontravano, si salutavano con una forma di stretta di mano simile alla nostra, solo che piuttosto che la mano si stringevano il polso, per indicare che non nascondevano nulla. Oggi usiamo la stretta di mano per suggellare un accordo, come segno di fiducia, per salutare e congedarsi, ecc.
L’atto di stringere la mano è un retaggio del passato. Quando le tribù primitive si incontravano, si salutavano con una forma di stretta di mano simile alla nostra, solo che piuttosto che la mano si stringevano il polso, per indicare che non nascondevano nulla. Oggi usiamo la stretta di mano per suggellare un accordo, come segno di fiducia, per salutare e congedarsi, ecc.
E’ sempre il caso di stringere la mano?
Stringere la mano la prima volta che si
incontra una persona è un’usanza tradizionalmente accettata, ma ci
sonodelle circostanze in cui è inopportuno farlo.
Come dicevo prima la stretta di mano è anche un segno di fiducia, e prima di tendere la mano dobbiamo farci una domanda:
“Sono il benvenuto?”, “Questa persona è contenta di vedermi o la sto forzando in qualche modo?”.
Tendere la mano quindi può avere un effetto negativo… basti pensare all’ultima volta in cui un venditore particolarmente invadente ti ha teso la mano… che effetto ti ha fatto?
“Sono il benvenuto?”, “Questa persona è contenta di vedermi o la sto forzando in qualche modo?”.
Tendere la mano quindi può avere un effetto negativo… basti pensare all’ultima volta in cui un venditore particolarmente invadente ti ha teso la mano… che effetto ti ha fatto?
Parità o predominio?
La
comunicazione viaggia su canali inconsci: non c’è bisogno di pensarci e
istintivamente ci arriva un messaggio… che può avere un’influenza
positiva o negativa … e può bastare anche un solo incontro.
Ad esempio? il caso della mano dominante.
Quando la nostra mano viene stretta in
modo forte e ci viene ruotata portando il nostro palmo verso l’alto, è
un chiaro gesto di predominio (a volte di arroganza). Il messaggio è:
“Gestisco io l’incontro, non tu”.
Condizione di parità
Quando due persone si stringono la mano dovrebbero mantenere i loro palmi verticali, perché questo genera una sensazione di parità e di reciproco rispetto in quanto nessuno dei due dimostra dominio o sottomissione.
Dovremo ricordare inoltre di adattare la stretta di mano al nostro interlocutore.
La stretta maschile, ad esempio, è più
forte il doppio rispetto alla donna, pertanto comporta qualche
aggiustamento. Questo non significa che se riceviamo una stretta molle,
anche noi dobbiamo avere la mano da “pesce morto”.
Stringiamola sempre con intenzione positiva, ma senza stritolare. Vi ricordo che la stretta di mano si è evoluta come gesto di saluto, di fiducia o per suggellare un accordo, pertanto deve essere sempre calorosa, amichevole e positiva.
Stringiamola sempre con intenzione positiva, ma senza stritolare. Vi ricordo che la stretta di mano si è evoluta come gesto di saluto, di fiducia o per suggellare un accordo, pertanto deve essere sempre calorosa, amichevole e positiva.
Sottomissione
La peggiore stretta di mano che possiamo
ricevere è quella del “pesce morto”. La sensazione è quella di toccare
qualcosa di molle e inerte. Questo tipo di stretta di mano la si associa
a persone con un carattere debole e sottomesse. Anche se questo non
corrisponde sempre a verità, di sicuro ricevere questa stretta di mano
denota disinteresse da parte del nostro interlocutore.
Insicurezza e distanza
Un’altra stretta di mano negativa è
quella con la “presa della punta delle dita”. La sensazione è come se il
nostro interlocutore avesse “mancato il bersaglio” ed avesse afferrato
per sbaglio le nostre dita.
Queste persone, anche se sembrano cordiali, in realtà sono persone poco sicure di sé e vogliono mantenere le distanze.
Se dovesse capitarvi, afferrate la mano
del vostro interlocutore con la sinistra e ponetela nella vostra.
Naturalmente il tutto dovrà avvenire in modo scherzoso, magari
dicendo:”Riproviamo!” o “Ricominciamo!”, questo vi conferisce
credibilità perché comunicate all’altro che lo ritenete importante tanto
da ripartire in modo giusto.
Noi non sapremo mai che impressione si è
fatto il nostro interlocutore al nostro primo incontro, pur essendo
consapevoli dell’importanza della prima impressione. A volte i primi
minuti dell’incontro possono determinare il successo o il fallimento del
rapporto, perché vige la regola dei 4 secondi (tempo in cui un essere
umano “valuta” chi ha di fronte e decide se “gli piace oppure no”).
Vale quindi la pena prestare attenzione a
che tipo di stretta di mano abbiamo… La stretta di mano perfetta? E’ la
stretta decisa, non stritolante, con entrambi i palmi verticali … e
quando la stretta viene corrisposta in modo identico.(fonte: Il linguaggio del corpo.com)
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