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martedì 24 novembre 2015

***** La stretta di mano *****

stretta a pesce morto

Un rituale per rompere il ghiaccio, una forma di saluto, un modo per congratularsi, per riappacificarsi, per ringraziare o accordarsi. La stretta di mano, gesto che ciascuno di noi compie almeno 15.000 volte nella vita, racchiude una molteplicità di significati.
Tale gesto, fondamentale per le relazioni, fa parte della comunicazione non verbale ed è il nostro primo biglietto da visita. Sebbene si tratti di un comportamento appreso, non è né formale né impersonale. Il modo con cui diamo la mano non cambia nel tempo e rappresenta una parte della nostra personalità.
Al momento del contatto infatti si toccano i circuiti cerebrali della cosiddetta “intelligenza sociale” che predispongono a un atteggiamento collaborativo. Si accende l’area coinvolta nei meccanismi di gratificazione chiamata nucleo accumbens mentre altre due regioni, l’amigdala e il solco temporale superiore, si attivano quando l’incontro si conclude positivamente, allentando lo stress.Il grado di forza, il tipo di pelle, la sua umidità, la sua temperatura, consentono quindi una “lettura” del nostro interlocutore. Una mano fredda e umida è associata a un temperamento introverso, una calda a uno equilibrato e sicuro. È stato così stilato un dettagliato elenco di strette da evitare. Troviamo il “pesce morto” e la “presa olandese” caratterizzate da stretta debole e mano appiccicaticcia (mancanza di interesse), oppure la “morsa” e la “tritaossa” entrambe strette potenti (intenzione di dominare e di aggressività). Fino ad arrivare alla presa della punta delle dita usata per mantenere le distanze e al suo contrario, quella della chiave, per trascinare l’interlocutore nel proprio territorio. Tutte modalità errate per svolgere un gesto apparentemente semplice.Esiste un vero e proprio galateo che indica chi deve tendere la mano per primo, se tenere il guanto o meno e quanto va agitata. La presa deve essere completa, ferma e stretta a metà strada tra le due persone, con mano fresca e asciutta, si dovrebbero effettuare circa due o tre scrollate di medio vigore persistenti per non più di due o tre secondi guardando negli occhi l’altra persona.(fonte Alessandra Benini)

La stretta di mano


Il nostro corpo, lo sappiamo già, è un gran bel chiacchierone!
Che lo vogliamo o no, il nostro corpo comunica continuamente in modo non verbale. E anche se il nostro interlocutore non ha mai fatto un corso sulla comprensione del linguaggio del corpo, riuscirà comunque a comprenderne i significati in modo inconscio. Perché?
Perché il linguaggio del corpo è precedente al linguaggio verbale. E’ stata la prima manifestazione di espressione dell’essere umano. E’ un linguaggio primitivo che di solito accompagna i nostri discorsi. E’ un linguaggio universale inscritto nei nostri geni, che ci sono stati trasmessi milioni di anni fa.
Tra le diverse forme di comunicazione del corpo, quella che usiamo più comunemente è la STRETTA DI MANO.
L’atto di stringere la mano è un retaggio del passato. Quando le tribù primitive si incontravano, si salutavano con una forma di stretta di mano simile alla nostra, solo che piuttosto che la mano si stringevano il polso, per indicare che non nascondevano nulla. Oggi usiamo la stretta di mano per suggellare un accordo, come segno di fiducia, per salutare e congedarsi, ecc.
E’ sempre il caso di stringere la mano?

Stringere la mano la prima volta che si incontra una persona è un’usanza tradizionalmente accettata, ma ci sonodelle circostanze in cui è inopportuno farlo.
Come dicevo prima la stretta di mano è anche un segno di fiducia, e prima di tendere la mano dobbiamo farci una domanda:
“Sono il benvenuto?”, “Questa persona è contenta di vedermi o la sto forzando in qualche modo?”.
Tendere la mano quindi può avere un effetto negativo… basti pensare all’ultima volta in cui un venditore particolarmente invadente ti ha teso la mano… che effetto ti ha fatto?
Parità o predominio?
La comunicazione viaggia su canali inconsci: non c’è bisogno di pensarci e istintivamente ci arriva un messaggio… che può avere un’influenza positiva o negativa … e può bastare anche un solo incontro.
Ad esempio? il caso della mano dominante.
Quando la nostra mano viene stretta in modo forte e ci viene ruotata portando il nostro palmo verso l’alto, è un chiaro gesto di predominio (a volte di arroganza). Il messaggio è: “Gestisco io l’incontro, non tu”.
Condizione di parità
Quando due persone si stringono la mano dovrebbero mantenere i loro palmi verticali, perché questo genera una sensazione di parità e di reciproco rispetto in quanto nessuno dei due dimostra dominio o sottomissione.
Dovremo ricordare inoltre di adattare la stretta di mano al nostro interlocutore.
La stretta maschile, ad esempio, è più forte il doppio rispetto alla donna, pertanto comporta qualche aggiustamento. Questo non significa che se riceviamo una stretta molle, anche noi dobbiamo avere la mano da “pesce morto”.
Stringiamola sempre con intenzione positiva, ma senza stritolare. Vi ricordo che la stretta di mano si è evoluta come gesto di saluto, di fiducia o per suggellare un accordo, pertanto deve essere sempre calorosa, amichevole e positiva.
Sottomissione
La peggiore stretta di mano che possiamo ricevere è quella del “pesce morto”. La sensazione è quella di toccare qualcosa di molle e inerte. Questo tipo di stretta di mano la si associa a persone con un carattere debole e sottomesse. Anche se questo non corrisponde sempre a verità, di sicuro ricevere questa stretta di mano denota disinteresse da parte del nostro interlocutore.
Insicurezza e distanza 
Un’altra stretta di mano negativa è quella con la “presa della punta delle dita”. La sensazione è come se il nostro interlocutore avesse “mancato il bersaglio” ed avesse afferrato per sbaglio le nostre dita.
Queste persone, anche se sembrano cordiali, in realtà sono persone poco sicure di sé e vogliono mantenere le distanze.
Se dovesse capitarvi, afferrate la mano del vostro interlocutore con la sinistra e ponetela nella vostra. Naturalmente il tutto dovrà avvenire in modo scherzoso, magari dicendo:”Riproviamo!” o “Ricominciamo!”, questo vi conferisce credibilità perché comunicate all’altro che lo ritenete importante tanto da ripartire in modo giusto.
Noi non sapremo mai che impressione si è fatto il nostro interlocutore al nostro primo incontro, pur essendo consapevoli dell’importanza della prima impressione. A volte i primi minuti dell’incontro possono determinare il successo o il fallimento del rapporto, perché vige la regola dei 4 secondi (tempo in cui un essere umano “valuta” chi ha di fronte e decide se “gli piace oppure no”).
Vale quindi la pena prestare attenzione a che tipo di stretta di mano abbiamo… La stretta di mano perfetta? E’ la stretta decisa, non stritolante, con entrambi i palmi verticali … e quando la stretta viene corrisposta in modo identico.(fonte: Il linguaggio del corpo.com)

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