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martedì 28 maggio 2013

Accadde il 29 maggio: nel 1917 nasce J.F.Kennedy


Aforismi di John Fitzgerald Kennedy
Perdona i nemici, ma non dimenticare mai i loro nomi.
L’umanità deve mettere fine alla guerra, o la guerra metterà fine all’umanità.
Tutte le madri desiderano che i propri figli crescano fino a diventare presidente, senza però volerli vedere diventare politici durante questo processo.
Un uomo fa quello che è suo dovere fare, quali che siano le conseguenze personali, quali che siano gli ostacoli, i pericoli o le pressioni. Questa è la base di tutta la moralità umana.
Dobbiamo usare il tempo come uno strumento, non come una poltrona.
L’arte non è una forma di propaganda, ma una forma di verità.
Non chiedetevi cosa può fare il vostro paese per voi. Chiedetevi che cosa potete fare voi per il vostro paese.
Il massimo della stupidità si raggiunge non tanto ingannando gli altri ma se stessi, sapendolo. Si può ingannare tutti una volta, qualcuno qualche volta, mai tutti per sempre.
Il comunismo non è mai andato al potere in un paese che non fosse smembrato dalla guerra o dalla corruzione, o da entrambe.
Il conformismo è il carceriere della libertà e il nemico della crescita.
Tre del mattino, 29 maggio 1917. Nasce John Fitzgerald Kennedy, figlio di Rose e di Joseph. Bambino di salute cagionevole, con problemi congeniti alla schiena. A tre anni, a causa una forma grave di febbre scarlatta, le sue condizioni fisiche furono talmente critiche che il padre promise di donare metà del patrimonio alla Chiesa qualora suo figlio si fosse salvato. John si salvò. Joseph fece la donazione promessa, salvo prima acquistare una nuova casa e intestarla alla moglie onde ridurre l’importo della donazione. La carriera scolastica di John non fu certo brillante, anche per i suoi problemi di salute, ma il giovane riuscì a laurearsi cum laude. Il sogno del padre era quello di fare del suo figliolo un intellettuale: la tesi divenne un libro. Grazie ai suoi contatti con le case editrici e, ovviamente, facendo riscrivere la tesi da un giornalista del New York Times. I ruoli familiari erano così assegnati: John sarebbe divenuto un intellettuale e Joe Junior, il primogenito fisicamente perfetto, sarebbe finito alla Casa Bianca.  Un piano lineare e di non difficile realizzazione visti i mezzi a disposizione. Ma ci son cose che non si possono prevedere, per tutti. Il 12 agosto del 1944, Joe Jr., volontario nella missione V-1, morì in un incidente nelle coste inglesi. Fu così che i piani di Kennedy padre vengono ribaltati. Sarà JFK a rimpiazzare il protagonista dei sogni paterni e sarà lui che correrà per la presidenza degli Stati Uniti…

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