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giovedì 30 maggio 2013

Giocare a Craps

La vita è un lancio di dadi? speriamo per voi che esca il sette

In Proposta Indecente (Adrian Lyne, 1993), piccolo compendio cinematografico del mito di Las Vegas e delle sue luci (e perciò pacchianamente irresistibile come solo Sin City sa essere), il miliardario Robert Redford strega l’ingenua mogliettina Demi Moore affidandole il lancio di dadi che gli frutterà la vincita di un milione di dollari.

Già questo, da solo, potrebbe essere un ottimo motivo per imparare a giocare a Craps, uno dei passatempi più popolari d’America.
Il fascino dei Dadi risiede, come ogni gioco che si rispetti, nella sua estrema semplicità.
Il Fato la fa da padrone e i giocatori accettano di buon grado di esserne pedine, rimettendosi alle sue decisioni e ammettendo così senza troppi rimpianti la propria natura irrimediabilmente terrena (del resto, solo “Dio non gioca a dadi”, parafrasando il famoso aforisma di Albert Einstein). Non resta che assistere in silenzio alle imperscrutabili traiettorie dei due maledetti o benedetti dadi, senza poter incolpare nessuno, tantomeno noi stessi: molto romantica come visione delle cose, che ne dite?
Con una semplice ricerca su Google è possibile trovare numerose versioni For Fun di Craps. Per il gioco online, vale lo stesso discorso fatto qualche mese fa a proposito della roulette. Se il famoso decreto-legge arriverà finalmente in porto (si parla, con ragionevole ottimismo, dei primi mesi del 2011), verrà legalizzato anche il gioco sui casinò online, con molti siti già pronti ad aprire le proprie porte virtuali a una clientela così entusiasta. Per il momento ci si può accontentare delle numerosissime versioni “for fun” che circolano sul Web, rigorosamente gratuite, o dei casinò in carne, ossa e cemento, che ospitano questo gioco ormai da molti anni. Dove magari potrete incontrare anche voi Demi Moore o sentirvi per qualche minuto Robert Redford, anche se ora ha settant’anni e il massimo dell’indecenza delle sue proposte sarebbe offrirvi una granita.


Da Plauto alla Louisiana
Esistono numerosi documenti e opere d'arte che testimoniano le antchissime origini del gioco dei Dadi.“Dopo aver mangiato e bevuto a sazietà, lui chiede i dadi
e mi sfida a giocare. Io metto come posta il mantello, lui l’anello con il sigillo e invoca il nome di una ragazza, Planesio.
Il lancio ottiene quattro avvoltoi. Io prendo i dadi e invoco la nutrice mia diletta Ercole, e mi esce il re!”.

Questo passo del Curculio,
una delle ventuno commedie di Plauto, dimostra l’esistenza del gioco dei dadi anche nell’antica Roma, quando si chiamavano “tesserae”.

Ne esistono parecchi esemplari arrivati sino ai giorni nostri, di diversi materiali, dall’osso al ferro battuto. Nella storia dell’umanità, quasi ogni civiltà si è dedicata ai Dadi, con le più varie norme e modalità
di gioco: esiste un’infinità di documenti e opere d’arte che immortalano uomini di ogni epoca intenti a dilettarsi con questo passatempo. Le prime tracce di Dadi con regole simili a quelle di oggi risalgono invece al Medio Evo, con un gioco chiamato Hazard
che fu ufficialmente codificato nel Settecento. L’Hazard, giunto
in Europa direttamente dal Medio Oriente (pare che vi giocassero alcune popolazioni arabe, chiamandolo “azzahr”), spopolò in Francia e Inghilterra e nel XVIII secolo fu esportato in America. L’attuale nome deriva dalla versione giocata dalle popolazioni francesi che abitavano in Louisiana, del tutto identica all’Hazard tranne che nel nome, crabes, poi inglesizzato in craps (un termine che in origine indicava solamente il punteggio “perdente”).(Web)

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