Non si può descrivere una delle figure più importanti della nostra vita, cercando di rendere davvero al meglio ciò che rappresenta.
Erri de Luca c'è riuscito, con la sua immensa poesia.
In nome della madre. Un libro di un'intensità indescrivibile.
Hanno dedicato la seconda domenica di maggio alla mamma, una figura universale che è il perno delle nostre famiglie, della nostra vita.
Un ruolo che presto molte donne ricopriranno, un modo di essere così speciale, indispensabile, difficile.
Il ruolo che cammina abbracciato alla vita.
E la mamma è colei che ama la vita, che regala la sua al proprio figlio, che non smette mai di pensare prima agli altri e poi a se.
Essere madre è per sempre. Non s'impara, ma si fa, ogni giorno.
Essere madre e avere la madre fino a giorni lontanissimi è una gran fortuna, un dono prezioso da non sprecare. Lo capisci sempre dopo, come un pò tante cose della vita, quando la perdi.
La vita perde il filo, la rotta, il senso.
Si diventa orfani, per sempre. Si resta spezzati, recisi brutalmente, respinti.
Rimettersi in piedi è un'impresa.
Ma sapete che io guardo sempre anche dall'altra prospettiva.
Essere orfani e diventare poi madri. Ecco, la vita che continua. Ecco un altro dono.
E poco importa che in mille difficoltà si è soli, che l'unico aiuto valido non c'è, non c'è più.
Tutto quello che serve è dentro di noi, nei ricordi e negli attimi vissuti.
Certo, si deve faticare di più, certo ci si sente molto smarriti, ma si può fare del nostro meglio.
E' la vita che ritorna in noi, attraverso di noi. E si ricomincia.
E possiamo sempre guardare quel cielo stellato, e ritrovare la nostra, che brilla e ci sorride. E' soddisfatta di noi.
" Tutta l'immensità si chiude in un abbraccio, mamma"...(Dal Web)
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