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domenica 9 luglio 2017

Scotty Nguyen, il principe /**** (post del 2013)


Nato in Vietnam, trasferitosi presto negli Stati Uniti, ha vinto cinque volte il titolo mondiale. Tra i suoi successi, il più prestigioso è quello al main event delle World Series 1998. In cui sfidò così l'avversario, McBride: "Se fai call è tutto finito, baby"

Se ci fosse una classifica per le vite dei giocatori di poker, quella di Scotty Nguyen meriterebbe quantomeno il podio. Perchè la sua è un film, d'avventura, un kolossal tipo “Il cacciatore”, di Michael Cimino. Non a caso c'è di mezzo il Vietnam, dove Scotty (che all'anagrafe di nome fa Thuan) è nato nel 1962.
A 11 anni il giovane Nguyen se ne va dal suo Paese, dilaniato dalla guerra, e si trasferisce dal “nemico”, negli Stati Uniti. È un ragazzo ribelle, Scotty, primo di tredici fratelli. Come meta sceglie Chicago, dove una famiglia lo ospita: ma per poco. Nell'Illinois fa troppo freddo, meglio il sole della California.
 La scuola? Meglio non parlarne. O meglio, ne viene cacciato perchè già a quell'epoca preferisce dedicarsi ad altro: il gioco d'azzardo, e il poker in particolare. Costretto a trovare lavoro, Nguyen finisce per trovare un impiego in un'impresa di pulizie: che tra i suoi clienti, guarda un po', ha il casinò Harrah di Las Vegas.
È la svolta definitiva. Scotty molla il lavoro e frequenta la scuola di dealer. Vuole entrare nel mondo del poker ad alto livello, ma non per partecipare: l'obiettivo è vincere, e tanto. I fondi ci sono, perchè nelle pause del lavoro come dealer ai tavoli, gioca ore e ore a cash, incassando centinaia di migliaia di dollari. Nel 1997, con un investimento di 2mila dollari porta a casa il suo primo braccialetto di campione del mondo: nell'omaha 8 or better, e il primo premio da 157mila bigliettoni.
prova a vedermi — Ma è già l'anno dopo che arriva l'apoteosi. Il main event delle World Series si risolve in un heads up mozzafiato tra Nguyen e Kevin McBride. Con un full sul board (tre 8 e due 9), Scotty va all in pronunciando la celebre frase: “Se fai call è tutto finito, baby”. McBride crede nel bluff e replica: “Io gioco il tavolo”, chiamando. Scotty gongola mostrando 9-J, per un full più alto, contro il Q-10 dell'avversario.
Ne arriveranno altri di braccialetti, per il vietnamita. Il più prestigioso, nel 2008, nel maxi-evento misto horse da 50mila dollari d'iscrizione. Vincita, due milioni. Un risultato contestato dai più non per il fatto in sé, ma per il vizio dello stesso Scotty di innaffiare i suoi tornei da litri e litri di superalcolici bevuti al tavolo. Il bere, infatti, oltre all'abuso di stupefacenti, è stato uno dei problemi extra-poker di Nguyen. Pare, comunque, li abbia risolti.
the prince — Con il suo abbigliamento inconfondibile (occhiali da sole dalla montatura sottile, catene al collo), l'accento orientale e il sorriso sempre aperto, Scotty è uno dei personaggi del circuito mondiale. Rispettato e temuto al tavolo, è soprannominato “The Prince of Poker”. Un principe che ha trovato il suo regno lontano da casa; come in un film. (Web)

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