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domenica 29 agosto 2021

Pokermania news:Patrizia Patty Danti: Il Donk nel poker


Tutti noi almeno una volta nella vita, abbiamo pensato : “Non è possibile, quello gioca malissimo e vince ..è un Donk ! Il termine deriva dalla parola inglese “Donkey” (Asino). Vengono classificati come Donk o Fish i giocatori scarsi e molto deboli che compiono scelte errate e non conoscono regole, si affidano al loro istinto e alla fortuna, comportandosi al tavolo quasi in maniera primordiale.
Non conoscono regole ,abilità , probabilità matematiche e tantomeno le posizioni. Spesso poi questo istinto dà loro anche le dritte giuste, per quanto possa sembrare incredibile! Nel poker online questi giocatori sono molto frequenti, soprattutto nei tornei con buy-in bassi,(ma non solo ) IL donk non è molto skillato, è un inesperto, il quale con la cocciutaggine degna di un mulo , finisce alla lunga per rovinarsi da solo chiamando rilanci , quando è evidentemente sconfitto, per difendere ostinatamente la propria giocata o perché convinto di avere le maggiori possibilità di vincita.
Per la sua incapacità di riconoscere le situazioni di gioco , un donk può paradossalmente cadere in un bluff meno di un giocatore più esperto, in quanto tende tipicamente a giocare senza tenere in dovuta considerazione le carte degli avversari.
i Donk sono giocatori scarsi e questo per chi è esperto dovrebbe essere un vantaggio, in realtà possono rivelarsi pericolosi quando la fortuna sta dalla loro parte. Quando si gioca contro uno di loro è importante mantenere la calma giocare il miglior poker possibile e non farsi influenzare dal loro gioco.
( il termine donk può individuare anche una singola giocata (donk bet) effettuata per prendere alla sprovvista gli avversari o appunto come strategia di bluff )
Quali sono i comportamenti più comuni dei donk?
I donk sono facilmente individuabili già alle prime mani perchè :
☻ Vedono quasi sempre il flop
☻Fanno rilanci spropositati e vanno in All-In pre flop alle prima mani, quando i bui sono ancora ai primi livelli.
☻ Giocano sempre affidandosi alla fortuna.(le Odds ? non ne conoscono il significato )
☻ Seguono i rilanci fino al river nella speranza di floppare qualche coppia o magari un incastro a scala.
☻ Bluffano spesso e per dimostrare la “”loro bravura” quando vincono mostrano le carte.
*( Il termine donk può individuare anche una singola giocata (donk bet) effettuata per prendere alla sprovvista gli avversari o appunto come strategia di bluff )*
Per alcuni player il Donk è la manna dal cielo,per altri la disperazione e la rabbia di vedersi scoppiare AA KK QQ col nulla cosmico. Resta il fatto che al Texas Holdem a tutti capita di vincere qualche volta, ma alla lunga, solo i migliori hanno risultati. GG a tutti,Patty ♥♠ web.


OPINIONANDO con Patty

( notizie, opinioni personali, divagazioni sul Texas Holdem e molto altro).
Profilo Facebook di Patrizia Patty Danti   Posted on 25/01/2011 
 Bellissimi ricordi di quando scrivevo per Pokermania news!

Amy Winehouse “Back To Black”

ci siamo detti addio solo a parole
io sono morta un centinaio di volte
tu torni da lei e io ritorno da…
io ritorno da noi
ti amo tanto, non è abbastanza
ti ami la cocaina e io amo il fumo
e la vita è come una canna fumaria
e io sono un minuscolo penny
che prova a risalirne le mura
ci siamo detti addio solo a parole
io sono morta un centinaio di volte
tu torni da lei e io…
io ritornerò in lutto, in lutto, in lutto

“Back To Black” di Amy Winehouse

Piccole interviste amichevoli (Due chiacchiere ed un caffè) 20/02/2011


Parlando di Facebook e del mondo del Poker, conosco Luana da oltre un anno e mezzo, poi ho avuto il piacere di conoscerla personalmente all’IPT (Italian Poker Tour) di San Marino e devo dire che è stata una piacevole sorpresa, perchè, oltre ad essere molto spontanea e naturale è una ragazza squisita e carismatica, quindi, oggi facciamo due chiacchiere e prendiamo un caffè con la PRO SNAI Luana Spadaro, (gentilissima visto che è continuamente in viaggio e fra un cambio di valigia e l’altro ci ha dedicato un pò del suo tempo). Grazie Luana, un saluto dal gruppo THMania e grazie per la tua disponibilità e visto i numerosi impegni vamosss con le domande.
Come ti sei avvicinata al THM e cosa rappresenta per te? Mi sono avvicinata al texas holdem per gioco e per sfida con dei miei amici di Taranto che sostenevano che io non potessi imparare, invece tutt’oggi il poker è tutta la mia vita; l’essere entrata a far parte del Team Pro Snai mi ha resa felice, era quello che volevo, il mio sogno si è realizzato.
Sei diventata PRO giovanissima,comporta molte responsabilità e molto impegno. Riesci a conciliare la tua vita privata con tutto questo? Ammetto che non è facile conciliare tutto però con un pò di buona volontà e pazienza cerco di far contenti tutti partendo dalla mia famiglia.
Secondo te c’è ancora discriminazione nei confronti delle donne Player? Tu preferisci avversari maschili o femminili ..e perchè ? Non credo ci siano più discriminazioni, perchè la figura femminile al tavolo da poker sta prendendo piede, attenzione uomini… io comunque preferisco giocare con i maschi ..lol.. perchè gli uomni sono più scarsi ….ahahah.. (yessssss aggiungo io ).
Pensi di essere agevolata per la tua avvenenza e giovane età o è più difficile imporsi? Al tavolo da gioco siamo tutti uguali non c’entra l’essere avvenente o simpatico lì esiste solo la guerra.
Ricordi una mano o un torneo particolare che ti hanno dato una grande gioia, rabbia o dolore? Sinceramente, la mia delusione più grande è recente, all’ IPT di Sanremo dove, a meno 5 dai premi ho perso un pot da 190k in allin preflop dopo questa action oppo apre oppo2 tribetta io forbetto all e da 5 uno straniero snappa easy allo showdown io AA lui JJ un J al flop ha segnato il mio torneo.. lì ho provato tanta rabbia e delusione dopo aver fatto un torneo perfetto.
Sei molto amata nell’ambiente, anche da molte donne, pensi che sia dovuto alla tua grande disponibilita? Nell’ambiente credo di risultare simpatica e cerco di star bene con tutti anche se il cuore batte solo per pochi. I tuoi impegni futuri? Sono appena rientrata da Malta, i miei prossimi impegni saranno: IPT di Sanremo e lo snai cup subito dopo Natale, quindi il Capodanno si festeggia a Milano.

Se possibile un sogno che vorresti realizzare e per finire cosa consiglio a chi si è appena avvicinato al THE ? Il mio sogno è vincere un torneo importante e vivere di poker per il resto della mia vita… ai ragazzi che si stanno avvicinando al poker dico di non aver fretta e di crescere passo dopo passo, la gestione del bankroll è fondamentale.
Grazie mille Luana, per il tempo che ci hai regalato, spero di che la prossima “intervista” amichevole sia per festeggiare una tua grande vittoria, lol Il caffè era davvero ottimo, kisssssssss e in bocca al lupo da parte del THMania e mio, ty ty. Ciao Patty, grazie, crepi il lupo, un abbraccio a te e a tutto il gruppo, spero di incontrarvi presto e darvi buone notizie.
Per leggere le altre interviste di Patrizia seguire il seguente link:
http://www.pokeronlyone.com/tg/tag/patrizia-patty-danti 
( Purtroppo non si accede piu' a questo blog in cui c'erano le mie prime interviste!)

Poker: necessaria la forma fisica e mentale...prendete esempio dall'immagine*

Consigli e strategie
Tutti coloro che amano il poker giocano sicuramente per divertirsi; ma nessun gioco è divertente se non si fa il massimo per poter vincere.
Questa regola vale ancor di più nel poker. In ballo ci sono i quattrini e vincere è sempre più divertente che perdere.
Senza mai dimenticare la buona educazione, la correttezza e la sportività, cercate di fare del vostro meglio per ottenere il massimo risultato.
Abbiamo voluto darvi delle indicazioni di massima, utili da seguire sempre, qualunque sia il vostro stile nel condurre una partita.

Prima di giocare
Essere in buona forma.
Giocare a poker è più piuttosto faticoso. Più di quanto si è portati a credere: l'obiettivo è vincere più mani possibili e per farlo è necessario essere sempre molto concentrati
Durante una partita il giocatore è fragile, subisce molti stress derivanti dalle giocate, oppure da strategie difficili da mettere in atto, come se stesse giocando a scacchi, impegna molto l’attività cerebrale. Meglio prevenire con un’ottima forma fisica..
Un calo o l'assenza di concentrazione si traduce inesorabilmente in una minore resa al tavolo verde.
Dunque è importante sapere che è meglio non giocare se non si è in perfetta forma psico-fisica.
E altro mito da sfatare, non bevete assolutamente alcool e non fumate mentre giocate.

Scegliere con cura i tavoli.
Non sedetevi a caso sul primo tavolo. Non giocate su tavoli dove si puntano cifre che non potete e/o non volete permettervi; giochereste male, a disagio e la sconfitta sarebbe quasi sicura.
Provate ad immaginare questo: le puntate sono alte e voi avete molto meno denaro degli altri giocatori.
Sta a voi e il ragionamento e la logica vi suggerisce un deciso rilancio per "far scappare" gli altri giocatori, ma, inconsciamente o non, esitate e lasciate stare.
Non volete trovarvi nella situazione di rischiare di perdere tutto in una sola mano; e così gli avversari rimangono in gioco e guarda caso arriva loro la carta, o le carte, che gli consente di battervi.
Hanno tratto vantaggio dalla vostra esitazione, ma non finisce qui.
A questo punto, sono loro a rilanciare inducendovi a passare e non riuscite a capire se stanno bluffando o meno.
La cosa sicura è che un giocatore esperto e scaltro in queste condizioni se ne approfitterà (il poker è basato su questi aspetti psicologici) con dei rilanci continui che avranno l'effetto di tenervi sotto scacco, impedendovi di giocare in modo opportuno.
Il consiglio è di sedersi ai tavoli che vi premettano di giocare con denaro sufficiente, in modo tale da giocare con serenità, riuscendo a prendendo le decisioni giuste man mano che la partita evolve.

Come giocare.
Qui la tecnica, sembra banale dirlo, ma è alquanto semplice.
"Buttate via le carte quando non sono buone, buttatele via e poi ancora buttatele via".
Questo perchè statisticamente ci sono dei piatti che sono vostri di diritto, perché le buone carte prima o poi arrivano a chiunque, giocatore esperto o pivello.
Nessuno ti deve togliere questi piatti. Per vincere e fare il salto di qualità dovete riuscire a minimizzare le perdite quando il piatto se lo prende l'avversario. La chiave sta proprio qui.
Il successo si costruisce portando a casa le mani per le quali abbiamo buone carte e perdere il meno possibile quando usciamo sconfitti.

L'eterno dilemma.
A quanto ammonta il piatto? Quanto denaro mi serve? Quali probabilità ho di vincere?
Sono queste le domande che dovremmo farci per decidere se giocare o meno una mano a poker.
Alla terza domanda, molto spesso, non si riesce a rispondere che con una stima approssimativa, sapendo comunque che una stima è poco per un giudizio accurato.
Sul tavolo ci sono fiches per un valore di 100, la puntata per vedere è 30 e le mie probabilità di vittoria sono di circa il 50%.
Con queste condizioni mi conviene giocare?
La riposta e Si! Rischio alla pari 30 per guadagnare 100.
Giocando all'infinito questa situazione realizzerei un guadagno netto di 35 fiches ad ogni mano (+100 ogni volta che vinco, -30 ogni volta che perdo, diviso 2 per fare la media) e per quanto possa essere grossolana la stima delle possibilità di vincita, è chiara la convenienza della scommessa.

Sul tavolo c'è 100, la puntata per vedere è 50 e le mie probabilità di vittoria sono del 25%.
In questo caso vincerei 100 una volta su quattro e perderei 50 tre volte su quattro, per un totale di +100-(50x3)= -50 ogni 4 mani, cioè -12,5 ad ogni mano: è chiaro che non mi conviene giocare.
Il trucco sta tutto qui, saper valutare la propria mano in relazione a quelle degli altri giocatori e capire quali sono le possibilità di aggiuducarsi il piatto.
Sembra facile. Ma sappiamo tutti che non lo è.
Ci vuole esperienza, pazienza, psicologia e una buona conoscenza degli avversari e tanto altro ancora.

Il bluff.
Perché mai si bluffa? Ve lo siete mai chiesto?
Lo scopo non è soltanto aggiudicarsi un piatto avendo in mano carte peggiori degli avversari.
Quella è la ragione immediata per cui si bluffa, ma ce n'è un'altra più sottile.
Si bluffa perché non vogliamo dare agli altri punti di riferimento.
Se non bleffiamo mai e giochiamo solo con carte buone, dopo un po i nostri avversari capiranno che tipo di giocatorti siamo.
Invece dovremmo sempre garantirci la possibilità di vincere grandi somme quando in mano abbiamo una combinazione molto buona.
Ma se noi non amiamo rischiare e giochiamo solo quando il punteggio è buono, gli altro giocatori non verranno a vedere il nostro piatto e avremmo perso una buona opportunità di guadagno.
Quindi anche i bluff non riusciti hanno la loro utilità.
Servono a lasciare gli avversari sempre incerti e insicuri.
Li spingono a vedere le nostre carte proprio quando noi abbiamo un punteggio molto alto.
Se un giocatore non bleffa mai tutti passerebbero ad ogni sua grossa puntata e lui non vincerebbe mai un piatto sostanzioso.
Prenderebbe le briciole anche quando si ritrova delle ottime carte.
Più sono forti i giocatori che state affrontando, più è facile che un bluff riesca perchè un giocatore esperto ha la tendenza a rispettare le puntate dei suoi avversari e preferisce passare. Un giocatore meno esperto e più debole tende a vedere molto più del necessario.
Più giocatori sono seduti al tavolo e più è difficile che un bluff riesca.
Nel Texas o Omaha, spesso si può fare il cosiddetto "semibluff': si punta sperando che tutti gli avversari passino, ma vi riservate comunque qualche possibilità di vittoria perché l'ultima carta può comunque farvi chiudere una combinazione vincente.
E' il caso di quando si punta a chiudere una scala o un colore.

Giocare aggressivamente.
Ci sono alcuni giocatori che di solito dicono solo "check" e "call", mentre puntano e rilanciano solo molto raramente; in gergo si chiamano "calling station" e sono considerati da tutti gli avversari ideali, perché non tengono mai gli avversari sotto pressione e non prendono mai l'iniziativa.
Se non riuscite a vincere nemmeno contro di loro, non potete vincere contro nessuno altro ed è meglio che cambiate gioco.
Questo atteggiamento non porta buoni frutti. Se si vuol vincere bisogna essere aggressivi e non passivi, bisogna dominare la mano e non subirla.
Questo non vuol dire affatto che dovete giocare ogni piatto puntando sempre cifre astronomiche, ma semplicemente che una volta che avete deciso di entrare in gioco, dovete essere i protagonisti della mano.
Il comportamento ideale, soprattutto nell'Hold'Em e Stud, è di selezionare con cura le mani che vogliamo giocare, cioè solo se le prime carte sono veramente adeguate, ma una volta che si è entrati in gioco bisogna essere sempre molto aggressivi: puntare, rilanciare ,magari anche passare, ma raramente chiamare il check e il call.
Ricordate che per vincere al poker non è sempre necessario avere delle combinazioni eccezionali, ma bisogna puntare con decisione quando pensiamo di avere una combinazione buona o comuque migliore degli avversari. Lo scopo è costringerli a passare, buttarli fuori dalla mano, o a pagare per avere il privilegio di vedere le nostre carte.
Questo è un principio generale che vale un po per tutti gli stili.
Ogni volta che ritenete che la vostra mano sia più alta di quella dei vostri avversari, puntate e loro si ritroveranno di fronte a una scelta non facile.(Web)

- Non ho le odds - Il pianto del donk

Una (mia piccola) intervista fatta al grande Michele Limongi nel 2011 *____* ( WSOP)


Intervista a Michele Limongi.
Ciao Michele grazie per la tua disponibilità, visto i numerosi  impegni,  i complimenti sono scontati e retorici, ne hai ricevuti a migliaia,  ma non posso esimermi dal farteli,  sei stato grandissimo.  Vuoi parlarci brevemente di te e di come ti sei avvicinato ad uno sport bellissimo come il Texas Hold’em?    MICHELE.    Gioco a poker da quando ero bambino, ho iniziato a giocare  a holdem limit e homaha pot limit a londra negli anni 80 al Victoria e per quanto riguarda tutte le altre varianti le ho messe a punto durante i cinque  anni che ho vissuto a Mosca giocando quasi tutti i giorni con giocatori del calibro di Mel Judah, Alexander Kravchenko,  Michail Tulchinsky e a volte anche sul tavolo che gestiva Jeff Lisandro al Casino Kosmos.    
 P.    Tornando alle WSOP c’è stato un momento particolare in cui hai sentito che il braccialetto poteva essere tuo?   
 M.   Se devo essere sincero, durante tutto il tavolo finale ho pensato di poter  vincere specialmente quando e’ stato eliminato John Juanda,  alla fine quando eravamo rimasti in tre, su un piatto di homaha nei livelli 25/50K e bet di 50/100k piatto nel quale Buchman era dentro con tutte le sue chips,  al river un maledetto 5 di fiori mi ha negato un piatto da 850000 chips, lasciandomi con circa 800.000. A quel punto  ho capito che la fortuna mi aveva girato le spalle nel momento decisivo.   
 P.   Le sensazoni che si possono provare ad un evento simile penso siano indescrivibili, adrenalina pura, eppure tu sembravi tranquillissimo.  Disciplina, esperienza,  grande autocontrollo o tutto questo insieme?  
 M.  Non mi emoziono mai durante un evento di poker,  gioco da 45 anni,  comunque  la piu’ grande soddisfazione l’ho ricevuta da un campione del calibro di Allen Kessler il quale quando eravamo in sei ed ero chipleader mi ha detto che tra i superstiti ero quello che piu’ meritava di vincere.


P.   La mano che ha decretato la tua uscita pur ottenendo un grandissimo risultato , un terzo posto e una bella cifra ti ha lasciato però  l’amaro in bocca,   hai dei ripensamenti o avresti giocato allo stesso modo ?   
 M.  In un tavolo 3  handed e col mio stack chiunque non avesse giocato quella mano non sarebbe stato degno di sedersi ad un tavolo di poker  e’ una mano che la bibbia del poker dice che si deve giocare fino in fondo.    
 P.   Ho letto che  hai vissuto molti anni all’estero noti una differenza sostanziale nel gioco italiano rispetto a quello straniero?  Siamo degni di rispetto come qualità di gioco?   
 M .  Adesso sono gia’ 7 anni che sono tornato a  vivere in Italia,  a Termoli,  penso che nel no limit holdem gli Italiani ormai non abbiano  piu’ nulla da imparare da nessuno  (sebbene ci sia sempre da imparare nel poker)  in merito  agli stranieri, ci sono molti giovani davvero fortissimi,  preparati e con la giusta gestione dello stack nelle varie fasi di gioco, per quanto riguarda le varianti siamo indietro rispetto agli altri, ma questa e’ colpa dei media e della televisione che non incoraggiano la diffusione di questi giochi perche’ portano meno soldi nelle casse dei baroni del poker Italiano.  
 P.   So  che sei un grande appassionato  dell’Omaha ma anche delle varianti Stud, pensi che nel  Texas Hold’em no limit serva una buona dose di fortuna oltre alle capacità?   
M.  Sicuramente la fortuna nel no limit incide in maniera determinante,  ma se  questa fortuna non e’ accompagnata da una buona gestione dello stack  il fesso prima o poi ci lascia le penne,  mentre il giocatore preparato la sfrutta e puo’ vincere un torneo, vedi Candio è  vero che  ha   “sculato”  in un paio di occasioni però  fra la prima  sculata e la successiva  ha saputo amministrare le chips per svariate ore e livelli, per cui  ha ottenuto  il grandissimo risultato, solo la fortuna non basta.        
P.  Il gioco on line ha portato tantissime persone ad avvicinarsi al Texas Hold’em e non tutti hanno l’umiltà di iniziare da micro livelli , studiare  ed osservare i players mentre giocano, che consiglio daresti ai principianti?      
M.   E’ inutile che io dica le stesse cose che tutti ripetono da anni, una buona gestione del bankroll ed altro, nel poker si impara anche per tentativi ed errori, se non prendi le botte non impari,  il mio consiglio e’: ricordati gli errori fatti ed evitali in futuro.     
P.  Ottimo consiglio Michele.      
 P.  Varianza  negativa, esiste o no ?  E cosa consigli a chi sta attraversando un periodo negativo rischiando il tilt?    
M.  La varianza negativa e’ una certezza,  consiglio di giocare a livelli piu’ bassi o addirittura prendersi un periodo di riposo e tentare dopo qualche giorno o settimana, poiche’ in varianza negativa SI GIOCA ANCHE MALE.   
P.  I prossimi eventi a cui prenderai parte?    
M. Oggi gioco il championship di ard stud 8 or better, championship HORSE e mixed holdem/homaha 8 or better limit.  P. In bocca al lupo allora,speriamo in un grande risultato.   
P.   Un’ultima domanda, hai sfiorato il braccialetto….la prossima cercherai di portarlo a casa? Se così fosse, mi prometti un giro con il braccialetto, anche solo di due metri,facendomi provare la sensazione, che per me è pura utopia, di essere un number one mondiale?   
M.  Promessa e di metri te ne concedo anche dieci!!!!!!!!!!!.
M. Permettimi una  piccola parentesi,   per chi non lo sapesse,  sono lo zio di W1llyss  (Vito Barone)
Michele Limongi 
Vito Willyss Barone 
Francesca Busacchi

Forse la passione per il poker, a mio nipote,l'ho trasmessa io, lo prendevo in braccio da piccolo quando piangeva,mia sorella insegnava e lui era accudito da me, i miei genitori e fratelli, ci alternavamo nel coccolarlo perchè tutti impegnati  in una piccola attività  familiare. 
 P.  Mi ero informata e sapevo questo particolare della parentela con Vito che stimo tantissimo! 
Grazie di cuore Michele, un grande in bocca al lupo e un saluto
M.  Ciao un salutone a tutti !!!   
P.  E’ stato un vero piacere grazie  per la tua disponibilità,Patty ♥ ♠

Poker Omaha: regole* glossario e storia :*




Storia del poker Omaha – come è cominciata

La storia del poker Omaha è di fatto la storia di tutto il poker, dato che l’Omaha è un parente molto stretto del Texas Hold’em.
La maggior parte degli esperti ritiene che il poker sia nato da un gioco di carte persiano del XVI secolo, conosciuto come As Nas. L’As Nas era giocato con 25 carte di 5 semi diversi, e sembra che la modalità di gioco fosse molto simile al 5 Card Stud. Molti dei punteggi attuali erano usati anche nell’As Nas.
Il gioco, si racconta, si diffuse da lì in Europa, dove era chiamato “poque” o “pochen”, da cui si pensa che derivi il nome “poker”. Che sia nato in Persia, o in Europa e in Persia, quando giunse negli Stati Uniti la sua popolarità aumentò notevolmente.
All’inizio del 1800 il poker era già diffuso a New Orleans, e si espanse velocemente lungo tutta la frontiera occidentale. Con le sue poche regole e uno spirito generale di rischio e speculazione, il Selvaggio West era il terreno perfetto per un gioco come il poker.
Per quanto non sia mai stato socialmente accettato come il bridge o gli scacchi, il poker riuscì a radicarsi nella società americana e a sopravvivere a tutti gli sforzi di abolirlo, specialmente quando iniziò a diffondersi una certa avversione per il gioco d’azzardo.
Quando il poker fu scacciato dal West, si spostò sui barconi del Mississippi; quando fu scacciato dalle barche, si spostò in California durante la Corsa all’Oro. Dopo decenni vissuti nel sottobosco, alla fine, il poker ha trovato una dimora stabile, e legale, a Las Vegas, man mano che la città cresceva e diventava la Mecca del gioco d’azzardo nel mondo.

Come si gioca a Poker Omaha –

All’inizio i giocatori devono puntare un buio e un controbuio, prima che le carte siano distribuite. Nell’Omaha non ci sono gli ante, diversamente da altri giochi come lo Stud a 7 carte; il buio e il controbuio obbligatori fanno le veci dell’ante. I turni del buio, del controbuio e del mazziere passano da un giocatore all’altro.
Dopo che i bui sono stati puntati, tutti i giocatori ricevono quattro carte coperte, invece di due come nell’Hold’em.
L’azione si svolge ora esattamente come nell’Hold’em. C’è un primo giro di puntate (pre-flop), poi sul tavolo vengono disposte tre carte scoperte (il flop), condivise da tutti i giocatori.
Terminato il flop, comincia un altro giro di puntate. Viene poi disposta sul tavolo una quarta carta scoperta, detta “Turn”. Comincia quindi un altro giro di puntate.
Infine viene messa sul tavolo la quinta e ultima carta comune (il “River”). I giocatori terminano l’ultimo giro di puntate, e tutti quelli che non si sono ritirati vanno ora allo “Showdown”, la fase finale.

Nello showdown, tutti i giocatori rimasti in gara scoprono le carte. La mano migliore vince.