Il delfino è senza alcun
dubbio il mammifero acquatico più conosciuto e amato. Le specie che si possono
più facilmente incontrare nelle acque delle Galapagos sono il delfino a “naso di
bottiglia”(Tursiops Truncatus) e il delfino comune (Delphinus Delphis).
La specie più grande di
delfino è senza dubbio l’orca, che è possibile incontrare nel mare delle
Galapagos.
I delfini sono mammiferi,
non possono dunque rimanere sott’acqua senza respirare, se non per pochi minuti. Sono
soliti aggirarsi in grandi branchi di 1000 o 1500 individui.
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Lunghezza media: 200-250 cm
Peso medio: 70-130 kg
Longevità: 25-30 anni |
CARATTERISTICHE FISICHE
Il corpo di un delfino, o di un qualsiasi altro Cetaceo, si presenta
estremamente idrodinamico, in modo da consentirgli di nuotare agilmente.
La pelle, estremamente liscia e senza peli, contribuisce a ridurre la
resistenza dell'acqua secernendo olio o muco. Infatti è dotata, all' interno, di speciali creste cutanee
che contrastano
la formazione di vortici, così come particolari secrezioni oleose eliminano la turbolenza
dell'acqua ed ne agevolano lo scivolamento sulla superficie. Riescono quindi a
raggiungere velocità massima di circa 45 km/h e
navigare per lunghi periodi ad una velocità di 18-20km/h.
Lo scheletro è assai debole dal momento che non hanno alcun bisogno di
sostenere il loro corpo.
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Una mamma-delfino con il suo cucciolo
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Le vertebre del cervicali sono corte e spesso fuse in modo da conferire una
grande forza al collo, impedendogli di flettersi e quindi costituire un
ostacolo per il nuoto.
Gli arti anteriori si sono trasformati in due natatoie ben sviluppate,
mentre gli arti posteriori sono scomparsi e gli unici residui di osso
pelvico sono due ossicini dietro ai muscoli. Le natatoie e la pinna
dorsale servono a mantenere la direzione e l'equilibrio, mentre i lobi della
coda spingono il corpo dentro l'acqua. La coda rappresenta una delle
caratteristiche anatomiche peculiari dei Cetacei, in quanto si differenzia da
quelle dei pesci poiché si è sviluppata in senso orizzontale.
Il cranio è "telescopico", cioè spinto all'indietro a partire
dalla
fronte, ha occhi indipendenti e posizionati in modo tale da consentire
una vista
frontale (cosa che non accade nelle balene), ha molti denti sottili e
appuntiti(il numero varia a
seconda delle specie considerate: ad esempio il delfino comune ne ha
circa 200), infine sulla sommità, leggermente spostato a sinistra ha lo
sfiatatoio: l'unica narice chiusa da un lembo di pelle.
La pinna caudale
è priva di struttura
ossea, ma provvista di una robusta muscolatura e resistenti fasci fibrosi. Imprime
un'eccezionale propulsione al nuoto grazie alle potenti battute verticali
dei suoi lobi. I muscoli della loro coda sono dieci volte più potenti di quanto
non lo siano quelli degli altri mammiferi. Il movimento verso l'alto genera il
moto, il ritorno passivo verso il basso riconduce alla posizione iniziale.
Questa dinamica sembra consentire al flusso laminare di separarsi alla fine del
corpo dell'animale senza provocare attriti, che invece la muscolatura di un
Cetaceo non sarebbe in grado di vincere. Senza utilizzare la forza muscolare i
delfini sono abilissimi a cavalcare le onde sfruttando i flussi prodotti
dal vento o dalla prua delle navi, ma è "pinneggiando" con vigore e girandosi su
un fianco che riescono a raggiungere le loro incomparabili velocità.
I delfini sono, inoltre, animali a sangue caldo
e devono quindi essere in grado di
conservare il calore del corpo.
Per questo motivo hanno dimensioni maggiori rispetto agli animali a
sangue freddo (i delfini oceanici sono lunghi mediamente 220 cm, mentre quelli di fiume 215 cm). Il calore è prodotto all'interno dell'animale, e si disperde
attraverso l'epidermide: essi creano più calore di quanto in realtà ne perdano
rimanendo così caldi. Inoltre lo spesso strato di grasso sotto la loro pelle (adipe) isola
il corpo e ne conserva il calore.
Ancora, il loro apparato circolatorio contribuisce al risparmio di
calore; il sangue, infatti, si raffredda a mano a mano che scorre verso le
estremità del corpo. I vasi sanguigni presenti nella code, nelle pinne pettorali
e in quella dorsale sono quindi sistemati in modo che il sangue che ne defluisce
venga riscaldato prima di ritornare ad altre parti del corpo.
ALIMENTAZIONE
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Un gruppo di tursiopi
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Generalmente la loro
alimentazione varia dal pesce (aringhe, capelin) ai
calamari sino ai crostacei, a seconda delle diverse specie e della
disponibilità. I molti denti dei delfini, piccoli, taglienti ed appuntiti, non
servono per masticare il cibo, che viene inghiottito intero, ma
semplicemente ad afferrare il pesce viscido.
L'alimentazione fa comunque parte di un comportamento sociale perchè, sebbene
siano in grado, quando il cibo è più abbondante, di alimentarsi da soli,
solitamente formano colonie di 6-20 individui per organizzare vere e proprie
battute di caccia.
Ancora più numerosi sono i gruppi che formano i delfini che vivono in pieno
oceano dove possono arrivare ad unirsi centinaia di individui.
La predazione è attentamente organizzata: i tursiopi, per esempio, circondano i banchi di pesce, stringendoli in
spazi sempre più piccoli ed entrando al centro, per nutrirsi, uno alla volta,
cominciando dagli individui dominanti (i maschi) e procedendo con i soggetti
collocati più in basso nella scala gerarchica (femmine e giovani). Comunque ogni
specie ha perfezionato la propria singolare tecnica di caccia.
I delfini usano l'ecolocalizzazione
per individuare le prede, ma è anche probabile che il sonar serva a stordire e disorientare le
prede, rendendone così più semplice la cattura.
Per quanto riguarda invece il fabbisogno di acqua dei delfini, è
interessante sapere che non bevono l'acqua del mare filtrandola, ma assorbono
direttamente quella contenuta nel pesce di cui si nutrono.
ORGANIZZAZIONE
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Un branco di delfini
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Escludendo i delfini costieri che conducono una vita solitaria, gli altri si
organizzano i gruppi di numerosità variabile: da 2 a più di mille
soggetti. Solitamente si contano 20-100 individui per gruppo e in quelli più
numerosi ci sono ulteriori suddivisioni in gruppetti più piccoli collegati tra
loro. All'interno di ogni branco vige una rigorosa gerarchia sociale in cui
i maschi sono gli individui dominanti (che quindi hanno il diritto di nutrirsi
per primi) seguiti dalle femmine e dai giovani.
In ogni gruppo le femmine e i piccoli nuotano al centro del branco in
modo che i maschi possano proteggerli da attacchi nemici. Non è infatti raro che
le orche o gli squali attacchino questi cetacei che considerano delle prede.
I gruppi non sono fissi nel tempo: il numero di individui al suo
interno può variare per l'allontanamento temporaneo di un maschio che va ad
accoppiarsi con femmine di altri branchi, o per il distacco di giovani che
formano una nuova comunità o per il ritorno di giovani femmine che hanno
raggiunto la maturità sessuale. Comunque all'interno di ogni gruppo c'è sempre una forte coesione:
addirittura se un membro del branco è in difficoltà e incapace di nuotare, i
compagni lo sorreggono portandolo spesso in superficie a respirare.
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