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lunedì 17 novembre 2014

Working Class Hero - John Lennon

E' un pezzo di John Lennon a cui sono particolarmente legata, un vero capolavoro che considero il simbolo dell'unica interpretazione degna di nota per quel che concerne il concetto di complementarietà delle varie classi sociali.

""Working Class Hero" sembra il titolo di un quotidiano di quest'oggi, invece il testo di questa canzone risale al 1970: segno evidente che, socialmente parlando, di effettivi progressi non ce ne son stati.

Il senso delle parole di Lennon è stato però spesso distorto poiché l'autore non inneggia ad una omologazione delle varie classi sociali, come invece i più sono portati a credere, ma, in realtà, il suo scopo è quello di dimostrare come l'abbattimento delle differenze socioculturali, ed il conseguente annullamento del concetto d'individuo, altro non sia che l'ennesima mossa strategica per rendere le c.d. masse più facilmente controllabili e, dunque, addomesticabili.

Questa canzone è quindi il triste esempio di come persino una riflessione di questo tipo possa essere manomessa, nel suo senso originario, allo scopo di farne oppio per tutte quelle coscienze fragili che si lasciano manipolare da ideologie che sviliscono la percezione dell'individualità.

Lennon stesso sottolinea come la libertà e l'assenza di suddivisioni in classi sociali siano miti concepiti allo scopo di occultare l'individuale mancanza di controllo sulle proprie vite, mentre la religione, la sessualità sdoganata ovunque e in tutte le salse ed i mass media rappresentano vere e proprie droghe che mirano a smorzare ogni possibile desiderio di mutamento sociale.
La morale è che siamo noi stessi a porci nella condizione di essere controllati con facilità nel momento esatto in cui accettiamo che la nostra immaginazione venga soppressa.

Segue la versione originale di Lennon, ma non ho potuto fare a meno di postare anche la cover dei Green Day e non solo perché si tratta del mio gruppo preferito in assoluto (adoro la chitarra incazzata e la voce graffiante di Billie Joe Armstrong), ma anche e soprattutto per il senso che hanno dato ad un capolavoro di tale portata grazie al loro impegno nella questione del Darfur.

Buon primo maggio a tutti: a lavoratori, disoccupati, precari, pensionati, casalinghe non retribuite e, soprattutto, a chiunque conosca il senso della fatica vera.....
(dal Web)

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