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giovedì 4 dicembre 2014

Mi è caduto il cuore dentro la tazza del cesso *****************


Deve essermi successo mentre pulivo il bagno, anche se lì per lì non me ne sono accorto neanche. Ad un certo punto ho aperto il wc per spruzzarvi dentro il sapone per scrostare le sue pareti, mi sono chinato per combattere i nemici dell’igiene e… Pluf. Il mio cuore è affondato dentro la tazza del cesso. Sì, deve essere andata proprio così.
Adesso vivo senza cuore. Cioè anche prima, ma almeno se volevo potevo farlo funzionare. Ci sono delle occasioni in cui serve per forza un cuore, come un abito di quelli eleganti che si tengono dentro gli armadi  per quando qualcuno ti inviterà a un matrimonio, o per quella serata speciale che non è mai arrivata ma chissà forse un giorno sì. E quindi conviene sempre tenere un cuore sotto naftalina, che sia mai un giorno ti capita l’occasione per dimostrare che ce l’hai e magari poi devi fartelo prestare, magari da tuo cugino che è due volte più alto e largo di te. Ti provi il suo cuore usato e scopri che è più piccolo del tuo, batte più lentamente o poi puzza pure un po’ di muffa proprio come succede quando ti prestano  un vestito. Chissà dove lo teneva il cuore mio cugino.
Così adesso, quando cammino per strada, non riesco più a scovare la poesia da nessuna parte. Prima di perdere il prezioso organo, anche se non mi rendevo conto fosse tale, sapevo trovare una storia nascosta anche in una persona che pisciava su un lampione. Mi appariva chiara, come una visione, come se tutto in fondo fosse solo la metafora di se stesso e di tutto il resto nel medesimo tempo, come se il mondo fosse un unico grande romanzo e io il modesto scrivano che ne prendeva nota. Mentre ora tutto si mostra a me per quello che è. Niente.
La gente non mi diverte più. Non mi ispirano più nulla i suoi racconti sempre uguali. L’ironia si è assopita la notte stessa in cui persi il cuore e ancora dorme, placida, sognando di risvegliarsi in un posto in cui ancora serve a qualcosa. La storia invece si ripete sempre uguale, anche se cambiano i governi, i regimi, le valute, e non serve a nulla che lo racconti perché lei fa tutto da sola, a prescindere di quello che penso o che vorrei. L’assenza di futuro mi toglie la voglia di parlare del presente, e l’assenza di cuore mi impedisce di descrivere i miei sentimenti. Così, poco a poco, giorno dopo giorno, la mia condotta assomiglia sempre più a quella di un antico stoico seduto in cima ad una colonna in attesa di non si sa bene cosa. Sotto gli altri cuori continuano ignari a a battere, è vero, ma non manco loro e nemmeno loro mancano a me. Alla fine tutto ciò che riesco a fare è tentare di sorridere, e quando lo faccio la risata ha il sapore di uno yogurt, uno di quelli senza latte, senza frutta, senza yogurt, che non sa di niente, non sazia nessuno, e quando lo caghi non lo noti nemmeno.
Dovrei essere triste, e invece mi è venuta voglia di fumare.


 Fonte: NON E' UN BLOG

IL CUORE DEL PORCO E' L'UNICO CHE PUO' ESSERE TRAPIANTATO NEL CORPO DELL'UOMO...creato da: non.sono.io

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