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Giovedì gnocchi, venerdì pesce, sabato trippa,
recitava il menù delle osterie d' antàn. Facile spiegare il piatto di
magro per il giorno che i cristiani dedicano alla penitenza, o quello
succulento e povero che precede il pranzo della festa. Ma perché gli
gnocchi di giovedì? Consolazione preventiva delle mancanze del giorno
dopo? Premio allo stomaco dopo mezza settimana di lavoro? Nel dubbio,
addentiamo uno dei piccoli ditali sugosi morbidamente ammonticchiati
nel piatto: i migliori si sfarinano in bocca, sciolti come una
caramella, suadenti e irresistibili. Bimbi inappetenti e vecchi dalla
masticatura incerta, adolescenti svogliati e adulti incupiti: davvero
difficile restare indifferenti davanti a un piatto di gnocchi fumanti,
comfort food per eccellenza. Impossibile servirli in porzioni risicate,
mangiarli con sufficienza, lasciarli a metà. Perché gli gnocchi
nutrono e appagano, sono economici e digeribili, si cuociono in un
attimo e acquistano cento sapori diversi: basta condirli con sapienza.
Generazioni di bambini hanno imparato da mamme e nonne il rito complice
della "rigatura" degli gnocchi. In una sorta di iniziazione ai misteri
della cucina, là dove ancora non era consentito infarinarsi fino ai
gomiti per assemblare il delicato impasto di patate e farina - poca,
pochissima, in quantità inversamente proporzionale all' abilità della
massaia - un gesto semplice e decisivo marcava l' ultimo passaggio.
Forchetta o grattugia (girata al contrario) in pugno, la rapida
pressione del pollice a tracciare un paio di impronte sul tocchetto d'
impasto, per permettergli di accogliere, una volta cotto, la giusta
quantità di condimento. Tra uno gnocco spiaccicato per troppa foga e un
altro inspiegabilmente uscito senza solchi, piccoli cuochi in erba
scoprivano il piacere di un piatto passe-partout, a seconda delle
declinazioni: con poco olio/burro o salsa di pomodoro per un primo
piatto facile e leggero; con legumi, carni o formaggi per addizionare
proteine; impastato con farina di castagne e accompagnato da cioccolato
fuso per il più infantile, inusuale e goloso dei dessert. Chi ha
conservato memoria del palato fatica a farsi piacere la maggior parte
dei prodotti industriali. Rispetto alla ricetta-madre degli gnocchi più
popolari (con le patate), infatti, la quota di farina, che costa
molto meno, cresce a dismisura insieme alla standardizzazione di forma e
gusto. Risultato: piccoli sassi indigeribili e impermeabili al
condimento, che resta immancabilmente in fondo al piatto. Va un poco
meglio nelle versioni pret-à-manger di pastifici artigiani - quei pochi
che resistono - e gastronomie, soprattutto quando vengono scelte le
patate giuste: vecchie, farinose, sane. In questa ricerca degli gnocchi
"di una volta", naturalmente, anche il prezzo ha smesso di essere
quello di un alimento povero, per assumere lo status di gourmandise. Ma
non di sole patate vivono gli gnocchi. Dai canederli trentini agli
gnocchetti sardi, gli ingredienti sono tanti e vari, figli di
tradizioni locali e felici contaminazioni, come nel caso degli gnocchi
alla romana, fatti col semolino ma conditi col burro (quindi di origine
nordica). Così, soprattutto al Sud, i condimenti diventano talmente
ricchi - salsiccia e pecorino nei malloreddus campidanesi, pomodoro e
mozzarella nella ricetta alla sorrentina - da lasciare la storica
collocazione del giovedì per assurgere a piatto della domenica. Se
volete recuperare l' abilità di un tempo, nelle prossime tre
settimane, all' interno del "Baccanale", Imola ospita lezioni di
cucina, protagonisti cuochi e sfogline. Tra una patata bollente da
sbucciare e i baffi di farina sulla faccia, canticchierete allegri:
ridi, che mamma ha fatto gli gnocchi. Patate è la ricetta più classica
Si lessano in acqua salata patate farinose con la buccia Si pelano
ancora calde e si passano subito nello schiacciapatate Impasto con poca
farina e un uovo, rigatura dei tocchetti con la forchetta Spatzle è
una sorta di grattugia a fori larghi l' attrezzo tirolese per
trasformare la pastella di spinaci, latte, uova, farina, sale in
tocchettini da lessare Poi in padella con una salsa di burro e
prosciutto cotto, sfumata al vino bianco, panna e parmigiano Zucca Gli
spicchi si cuociono a vapore, si sbucciano e si privano dei semi, si
asciugano, si passano nel mix con aggiunta di uova, farina, latte, noce
moscata. Breve cottura in acqua salata, condimento con burro fuso e
parmigiano Canederli I knodel trentini si basano sul riciclo gustoso
del pane raffermo, ammollato in latte, uova, noce moscata, sale,
impreziosito con formaggio, speck o erbette. I bocconi, grandi quanto
una pallina da golf, vanno cotti un quarto d' ora nel brodo
Ricotta&spinaci Di pecora, bufala o vaccina, la ricotta viene
lavorata con spinaci sbollentati, asciugati e tritati, più uova,
parmigiano, noce moscata, farina, sale. Infarinati prima di lessarli,
gli gnocchi si condiscono su piatti caldi con burro fuso e salvia .
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