Poker d’Assi
di Pier Paolo Segneri
Lo ammetto: ho in mano un Poker d’Assi.
Ci sono quattro scrittori che rappresentano i quattro punti cardinali
della letteratura italiana del secondo Novecento. Insieme o separati,
questi quattro grandi autori, sono l’azimuth con cui poterci
orientare per uscire finalmente dalla crisi politica di questi anni.
Sono il Nord, Sud, Est e Ovest di una bussola immaginaria che porto
sempre con me. Sono i principali rappresentanti dei quattro elementi di
cui è composta la materia letteraria, civile e culturale italiana della
seconda metà del secolo scorso. Sono Pier Paolo Pasolini, Leonardo
Sciascia, Italo Calvino e Carlo Emilio Gadda. Sono da leggere e
rileggere. Sono Acqua, Fuoco, Aria, e Terra. Oggi andrebbero riscoperti
come riferimenti politici per capire la realtà odierna, la crisi che
viviamo, le prospettive possibili per il futuro. Leggerli significa
capire, comprendere, intuire.
Pier Paolo
Pasolini è il genio, la profezia, l’intuizione pura. Se fosse uno dei
quattro elementi individuati da Aristotele, sarebbe l’Acqua. Nella
letteratura italiana del Novecento, Pasolini rappresenta il mare, le
onde, la “pantalassa”. L’autore degli Scritti corsari e delle Lettere luterane
ci ha regalato pagine così pure e dirompenti che sembrano nate o
sgorgate dall’acqua. Ogni sua pagina è sempre sorgente di idee, fonte di
ispirazione, energia fondatrice, elemento dinamico che scorre come un
fiume e arriva fino a noi, raggiunge il lettore, lo inonda, lo può
travolgere o far rinascere. L’opera di Pasolini è così: irrequieta,
purificatrice, finanche distruttrice, dolce e salata, confinata e
infinita, non ha inizio e non ha fine, anzi: è inizio e fine allo stesso
tempo, tutto abbraccia e tutto rigenera. L’arte di Pasolini, dal cinema
ai romanzi, dalla poesia agli articoli, è impregnata dall’elemento
dell’Acqua, esprime l’anima del mondo, è “Mamma Roma”, “Passione e
ideologia”, “Empirismo eretico”. Insomma, la scrittura di Pasolini non è
statica, ma trasforma, purifica, prevede. E’ vita.
Italo Calvino è la leggerezza, la fantasia, la scrittura tout court, lo scrivere bene, fino in fondo e con semplicità. Non a caso, è stato definito “lo scoiattolo della penna”. I suoi libri sono caratterizzati da un italiano scritto a cielo aperto, chiaro, a perdita d’occhio. La sua scrittura è scorrevole, intelligente, intensa, che sembra quasi di attraversarla in volo, magari planando tra “cosmicomiche” e “città invisibili”, così da rasentare “il sentiero dei nidi di ragno” o librarsi sulla “giornata di uno scrutatore” e finire tra “i destini incrociati” per scoprire “i nostri antenati”. La lettura di Calvino è un respiro a pieni polmoni, un modo per ossigenare il cervello, per dare ampio spazio all’immaginazione, al sogno, allo sguardo lungo, alla mente aperta. Se fosse un elemento, Calvino sarebbe l’Aria, cioè la forza vitale.
Carlo Emilio Gadda è il linguaggio, l’uomo e il suo contatto con i ciottoli della strada, con la vita onesta e disonesta, con l’esperienza visibile, con il dolore, il delitto, la paura, l’amore. La sua opera più conosciuta e apprezzata è il romanzo intitolato Quer pasticciaccio brutto de via Merulana, del 1957, da cui Pietro Germi trasse anche la sceneggiatura del film Un maledetto imbroglio. Insomma, la scrittura di Gadda rappresenta l’indagine della parola, l’uso del gergo, il groviglio linguistico, l’intreccio narrativo, l’imbroglio di frasi da sciogliere come si scioglie il “caso” di un libro giallo. L’elemento di Gadda è la Terra, cioè la sua scrittura è fertile e creativa, capace di essere sperimentale, nutriente e naturale, anche quando appare ricercata.
------------------
Nessun commento:
Posta un commento