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martedì 15 ottobre 2019

Poker d'Assi: Quattro scrittori fanno Poker

Poker d’Assi
di Pier Paolo Segneri




Lo ammetto: ho in mano un Poker d’Assi. Ci sono quattro scrittori che rappresentano i quattro punti cardinali della letteratura italiana del secondo Novecento. Insieme o separati, questi quattro grandi autori, sono l’azimuth con cui poterci orientare per uscire finalmente dalla crisi politica di questi anni. Sono il Nord, Sud, Est e Ovest di una bussola immaginaria che porto sempre con me. Sono i principali rappresentanti dei quattro elementi di cui è composta la materia letteraria, civile e culturale italiana della seconda metà del secolo scorso. Sono Pier Paolo Pasolini, Leonardo Sciascia, Italo Calvino e Carlo Emilio Gadda. Sono da leggere e rileggere. Sono Acqua, Fuoco, Aria, e Terra. Oggi andrebbero riscoperti come riferimenti politici per capire la realtà odierna, la crisi che viviamo, le prospettive possibili per il futuro. Leggerli significa capire, comprendere, intuire.

Pier Paolo Pasolini è il genio, la profezia, l’intuizione pura. Se fosse uno dei quattro elementi individuati da Aristotele, sarebbe l’Acqua. Nella letteratura italiana del Novecento, Pasolini rappresenta il mare, le onde, la “pantalassa”. L’autore degli Scritti corsari e delle Lettere luterane ci ha regalato pagine così pure e dirompenti che sembrano nate o sgorgate dall’acqua. Ogni sua pagina è sempre sorgente di idee, fonte di ispirazione, energia fondatrice, elemento dinamico che scorre come un fiume e arriva fino a noi, raggiunge il lettore, lo inonda, lo può travolgere o far rinascere. L’opera di Pasolini è così: irrequieta, purificatrice, finanche distruttrice, dolce e salata, confinata e infinita, non ha inizio e non ha fine, anzi: è inizio e fine allo stesso tempo, tutto abbraccia e tutto rigenera. L’arte di Pasolini, dal cinema ai romanzi, dalla poesia agli articoli, è impregnata dall’elemento dell’Acqua, esprime l’anima del mondo, è “Mamma Roma”, “Passione e ideologia”, “Empirismo eretico”. Insomma, la scrittura di Pasolini non è statica, ma trasforma, purifica, prevede. E’ vita.
Leonardo Sciascia, invece, è il ragionare, la conoscenza, la ricerca della e delle verità. Seppur nella sua calma, nella sua apparente pacatezza, nella sua proverbiale lentezza, Sciascia ha sempre espresso passione civile, intelligenza sopraffina,ardore politico, fermento culturale e intellettuale. Infatti, la materia che scaturisce dalla scrittura del maestro di Racalmuto è sempre illuminante, accesa, spesso scottante, mai banale. Nella letteratura italiana del secolo scorso, se lo si dovesse paragonare ad uno dei quattro elementi aristotelici, Sciascia sarebbe il Fuoco. Lo scrittore siciliano, infatti, utilizzava la menzogna della letteratura per far emergere quelle verità indicibili o non dette che aprivano squarci di luce nel buio più pesto.La sua scrittura è energia motrice ed attiva, è la cosa che più si vicina all’azione. 


Italo Calvino è la leggerezza, la fantasia, la scrittura tout court, lo scrivere bene, fino in fondo e con semplicità. Non a caso, è stato definito “lo scoiattolo della penna”. I suoi libri sono caratterizzati da un italiano scritto a cielo aperto, chiaro, a perdita d’occhio. La sua scrittura è scorrevole, intelligente, intensa, che sembra quasi di attraversarla in volo, magari planando tra “cosmicomiche” e “città invisibili”, così da rasentare “il sentiero dei nidi di ragno” o librarsi sulla “giornata di uno scrutatore” e finire tra “i destini incrociati” per scoprire “i nostri antenati”. La lettura di Calvino è un respiro a pieni polmoni, un modo per ossigenare il cervello, per dare ampio spazio all’immaginazione, al sogno, allo sguardo lungo, alla mente aperta. Se fosse un elemento, Calvino sarebbe l’Aria, cioè la forza vitale.


Carlo Emilio Gadda è il linguaggio, l’uomo e il suo contatto con i ciottoli della strada, con la vita onesta e disonesta, con l’esperienza visibile, con il dolore, il delitto, la paura, l’amore. La sua opera più conosciuta e apprezzata è il romanzo intitolato Quer pasticciaccio brutto de via Merulana, del 1957, da cui Pietro Germi trasse anche la sceneggiatura del film Un maledetto imbroglio. Insomma, la scrittura di Gadda rappresenta l’indagine della parola, l’uso del gergo, il groviglio linguistico, l’intreccio narrativo, l’imbroglio di frasi da sciogliere come si scioglie il “caso” di un libro giallo. L’elemento di Gadda è la Terra, cioè la sua scrittura è fertile e creativa, capace di essere sperimentale, nutriente e naturale, anche quando appare ricercata.
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