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domenica 7 maggio 2017

Poker l'intuito! *_____*


Ad una prima valutazione sembra un caso, poi ci rifletti, capisci che il caso non spiega il tuo presentimento di sapere cos’ha in mano l’avversario. Ma allora cos’è quella sensazione di pancia che quando giochi a poker ti fa vedere attraverso le carte dell’altro giocatore? Trattasi di intuito.
E’ la nostra mente che durante la sessione di gioco, a livello inconscio, coglie i sottili segnali che arrivano dagli altri player. Può bastare una postura diversa o un comportamento insolito nell’avversario ad accendere la lampadina dell’intuito e svelare, ad esempio, che qualcuno sta bluffando.
Lo spiega bene Doyle Brunson nel suo Super System, quando dice che le intuizioni sono tutte quelle informazioni che gravitano attorno al tavolo ed infine si materializzano nella nostra mente!
Ovviamente, tutto ciò non ha niente a che fare col paranormale, ma piuttosto con la comunicazione subliminale che tutti quanti siamo in grado di elaborare o captare. Il nostro cervello riesce a cogliere autonomamente dalla nostra volontà le informazioni che il mondo circostante invia. E nel gioco del poker, fatto d’informazioni incomplete, usare l’intuito diventa fondamentale per far quadrare i dettagli mancanti e avere una visione di gioco completa.
Quello che molti non sanno, è che l’intuito si può allenare al tavolo da gioco e può crescere insieme alle altre poker skill. Sicuramente occorreranno ore e ore di pratica, ma alla fine il vostro cervello acquisirà maggiore sensibilità e sarà in grado di riconoscere quegli schemi di gioco che col tempo si ripetono.
Certamente non possiamo affidarci totalmente alle nostre intuizioni, perché potrebbe essere facile confonderle con quello che in realtà è solo il nostro desiderio. Tuttavia, il giusto mix di intuizione e logica diventa uno strumento che avvicina molto all’essenza del gioco del poker, dove l’abilità conta più delle carte, che ci crediate o no!
Capita spesso di giocare delle carte strane che secondo logica andrebbero certamente scartate solo perchè “ce lo sentivamo” e si sono poi rivelate vincenti…
…oppure di soffermarsi a guardare un avversario e scoprire che lo abbiamo beccato in un atteggiamento che svelava chiaramente il suo full d’assi, oppure ancora di salvare la nostra partita essendo in grado di foldare quella mano che abbiamo calcolato avere pochissime probabilità di vincita.
Tutte queste abilità giocano un ruolo fondamentale nel Texas Hold’em… ma sono davvero essenziali?
Ogni modo di agire, istintivo o riflessivo, può portarci a vincere una mano: non esiste una maniera giusta di gestire una situazione, nelle mille sfumature che delineano le diverse strategie esiste però un modo soltanto di giocarsela BENE.
In questo senso, il poker può diventare una vera e propria filosofia di vita: un gioco basato soltanto sul nostro istinto è destinato a lasciare il tempo che trova se alla base non c’è uno studio che ci permetta di giudicare nel modo giusto le situazioni e le diverse mani.
Imparare la matematica che c’è sotto al poker alla texana può risultare a volte noioso e macchinoso, ma stimolare la mente e capire la base numerica che sta sotto alle 52 carte nel lungo termine non può che premiarci. Se in una partita il nostro istinto tende a fare cilecca, una buona tecnica ci farà da paracadute e in una manciata di secondi in più saremo in grado di calcolare quale sarebbe l’azione più sensata da fare.
Allo stesso tempo, la mera scienza può fare di un giocatore un bravo calcolatore, ma senza quel guizzo di follia e istintività artistica una partita a poker diventerebbe soltanto un’equazione.
Il poker non è statico, è continua evoluzione, è un intrecciarsi infinito di calcoli e sensazioni che si compensano e ci aiutano a crescere e migliorarci. Dobbiamo essere sempre attenti, vigili, non aver paura di lasciarci andare e commettere qualche errore se vogliamo avvicinarci a ciò che chiamano perfezione.
Guadagnare 100 euro in un torneo in cui ne abbiamo spesi 50 potrebbe darci la sensazione di aver raggiunto l’obiettivo, ma il vero traguardo è arrivare alla meta senza aver speso un milione di euro per comprarci la Ferrari. Riuscire ad arrivare da piccoli giocatori delle taverne a modesti giocatori di un poker club è già un successo, ma per poter davvero vivere di poker e diventare dei rounder di professione ci vuole pazienza, esperienza e voglia di farcela.
Dobbiamo puntare a vincere sempre un po’ di più, anche solo pochi centesimi ci faranno capire che non siamo rimasti al punto di partenza ma abbiamo saputo evolverci.
Non fermiamoci mai, continuiamo a sperimentare, ricercare, studiare e osservare, impariamo dagli errori e gioiamo per ogni piccolo successo. La costante ricerca e voglia di vincere ci faranno vivere in un continuo loop tra scienza ed arte che magari non ci porteranno al World Series, ma ci faranno sentire vivi.(fonte Casa Poker e Vivere di Poker)

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