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domenica 29 agosto 2021

Una (mia piccola) intervista fatta al grande Michele Limongi nel 2011 *____* ( WSOP)


Intervista a Michele Limongi.
Ciao Michele grazie per la tua disponibilità, visto i numerosi  impegni,  i complimenti sono scontati e retorici, ne hai ricevuti a migliaia,  ma non posso esimermi dal farteli,  sei stato grandissimo.  Vuoi parlarci brevemente di te e di come ti sei avvicinato ad uno sport bellissimo come il Texas Hold’em?    MICHELE.    Gioco a poker da quando ero bambino, ho iniziato a giocare  a holdem limit e homaha pot limit a londra negli anni 80 al Victoria e per quanto riguarda tutte le altre varianti le ho messe a punto durante i cinque  anni che ho vissuto a Mosca giocando quasi tutti i giorni con giocatori del calibro di Mel Judah, Alexander Kravchenko,  Michail Tulchinsky e a volte anche sul tavolo che gestiva Jeff Lisandro al Casino Kosmos.    
 P.    Tornando alle WSOP c’è stato un momento particolare in cui hai sentito che il braccialetto poteva essere tuo?   
 M.   Se devo essere sincero, durante tutto il tavolo finale ho pensato di poter  vincere specialmente quando e’ stato eliminato John Juanda,  alla fine quando eravamo rimasti in tre, su un piatto di homaha nei livelli 25/50K e bet di 50/100k piatto nel quale Buchman era dentro con tutte le sue chips,  al river un maledetto 5 di fiori mi ha negato un piatto da 850000 chips, lasciandomi con circa 800.000. A quel punto  ho capito che la fortuna mi aveva girato le spalle nel momento decisivo.   
 P.   Le sensazoni che si possono provare ad un evento simile penso siano indescrivibili, adrenalina pura, eppure tu sembravi tranquillissimo.  Disciplina, esperienza,  grande autocontrollo o tutto questo insieme?  
 M.  Non mi emoziono mai durante un evento di poker,  gioco da 45 anni,  comunque  la piu’ grande soddisfazione l’ho ricevuta da un campione del calibro di Allen Kessler il quale quando eravamo in sei ed ero chipleader mi ha detto che tra i superstiti ero quello che piu’ meritava di vincere.


P.   La mano che ha decretato la tua uscita pur ottenendo un grandissimo risultato , un terzo posto e una bella cifra ti ha lasciato però  l’amaro in bocca,   hai dei ripensamenti o avresti giocato allo stesso modo ?   
 M.  In un tavolo 3  handed e col mio stack chiunque non avesse giocato quella mano non sarebbe stato degno di sedersi ad un tavolo di poker  e’ una mano che la bibbia del poker dice che si deve giocare fino in fondo.    
 P.   Ho letto che  hai vissuto molti anni all’estero noti una differenza sostanziale nel gioco italiano rispetto a quello straniero?  Siamo degni di rispetto come qualità di gioco?   
 M .  Adesso sono gia’ 7 anni che sono tornato a  vivere in Italia,  a Termoli,  penso che nel no limit holdem gli Italiani ormai non abbiano  piu’ nulla da imparare da nessuno  (sebbene ci sia sempre da imparare nel poker)  in merito  agli stranieri, ci sono molti giovani davvero fortissimi,  preparati e con la giusta gestione dello stack nelle varie fasi di gioco, per quanto riguarda le varianti siamo indietro rispetto agli altri, ma questa e’ colpa dei media e della televisione che non incoraggiano la diffusione di questi giochi perche’ portano meno soldi nelle casse dei baroni del poker Italiano.  
 P.   So  che sei un grande appassionato  dell’Omaha ma anche delle varianti Stud, pensi che nel  Texas Hold’em no limit serva una buona dose di fortuna oltre alle capacità?   
M.  Sicuramente la fortuna nel no limit incide in maniera determinante,  ma se  questa fortuna non e’ accompagnata da una buona gestione dello stack  il fesso prima o poi ci lascia le penne,  mentre il giocatore preparato la sfrutta e puo’ vincere un torneo, vedi Candio è  vero che  ha   “sculato”  in un paio di occasioni però  fra la prima  sculata e la successiva  ha saputo amministrare le chips per svariate ore e livelli, per cui  ha ottenuto  il grandissimo risultato, solo la fortuna non basta.        
P.  Il gioco on line ha portato tantissime persone ad avvicinarsi al Texas Hold’em e non tutti hanno l’umiltà di iniziare da micro livelli , studiare  ed osservare i players mentre giocano, che consiglio daresti ai principianti?      
M.   E’ inutile che io dica le stesse cose che tutti ripetono da anni, una buona gestione del bankroll ed altro, nel poker si impara anche per tentativi ed errori, se non prendi le botte non impari,  il mio consiglio e’: ricordati gli errori fatti ed evitali in futuro.     
P.  Ottimo consiglio Michele.      
 P.  Varianza  negativa, esiste o no ?  E cosa consigli a chi sta attraversando un periodo negativo rischiando il tilt?    
M.  La varianza negativa e’ una certezza,  consiglio di giocare a livelli piu’ bassi o addirittura prendersi un periodo di riposo e tentare dopo qualche giorno o settimana, poiche’ in varianza negativa SI GIOCA ANCHE MALE.   
P.  I prossimi eventi a cui prenderai parte?    
M. Oggi gioco il championship di ard stud 8 or better, championship HORSE e mixed holdem/homaha 8 or better limit.  P. In bocca al lupo allora,speriamo in un grande risultato.   
P.   Un’ultima domanda, hai sfiorato il braccialetto….la prossima cercherai di portarlo a casa? Se così fosse, mi prometti un giro con il braccialetto, anche solo di due metri,facendomi provare la sensazione, che per me è pura utopia, di essere un number one mondiale?   
M.  Promessa e di metri te ne concedo anche dieci!!!!!!!!!!!.
M. Permettimi una  piccola parentesi,   per chi non lo sapesse,  sono lo zio di W1llyss  (Vito Barone)
Michele Limongi 
Vito Willyss Barone 
Francesca Busacchi

Forse la passione per il poker, a mio nipote,l'ho trasmessa io, lo prendevo in braccio da piccolo quando piangeva,mia sorella insegnava e lui era accudito da me, i miei genitori e fratelli, ci alternavamo nel coccolarlo perchè tutti impegnati  in una piccola attività  familiare. 
 P.  Mi ero informata e sapevo questo particolare della parentela con Vito che stimo tantissimo! 
Grazie di cuore Michele, un grande in bocca al lupo e un saluto
M.  Ciao un salutone a tutti !!!   
P.  E’ stato un vero piacere grazie  per la tua disponibilità,Patty ♥ ♠

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