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sabato 27 settembre 2014

.•♥♥•..•♥♥•.L’amore e la vita sono una partita a scacchi? .•♥♥.•♥♥•

SCACCHI

La vita è una partita a scacchi, dalle tue mosse dipenderà tanto, vincere o perdere sta nel valutare attentamente le proprie scelte, passate, presenti, future... potrai perdere mille scontri, mille battaglie, ma sin quando non ti daranno scacco matto, è una partita aperta. Difendi il re, difendi te stesso... hai solo una partita da giocare.
(Marco Nuzzo)

Ho eseguito un passo in avanti, ma tu hai fatto un passo indietro. L’amore è una partita a scacchi? Perché hai scelto il nero, mentre io sceglievo il bianco? Avresti potuto essere la regina bianca e avrei potuto essere il re, per te. La tua scelta ha segnato la mia disperazione, abisso della distruzione in tutto il mondo. L’amore è una partita a scacchi? Rabbia e angoscia mi hanno sommerso, la vita che un tempo era colorata è diventata in bianco e nero. Non vedi che siamo uguali? La tua bellezza corrisponde al mio fascino. La tua intelligenza corrisponde alla mia saggezza. Avremmo fondato un regno bellissimo. Con gioia e ritmo. Come era una volta il nostro cuore. L’amore è una partita a scacchi?

La leggenda racconta che una volta un re vinse una grande battaglia per difendere il suo regno, ma per vincere dovette compiere un’azione strategica in cui suo figlio perse la vita.


Da quel giorno il re non si diede più pace perché avrebbe voluto poter trovare un modo per vincere senza sacrificare la vita del figlio, e tutti i giorni rivedeva lo schema della battaglia, ma senza trovare una soluzione.
Tutti cercavano di rallegrare il re, ma nessuno ci riusciva. Un giorno venne al palazzo un bramino, Lahur Sessa, che, per rallegrare il re, gli insegnò un gioco che aveva inventato: il gioco degli scacchi.
Il re si appassionò a questo gioco e, a forza di giocare, capì che non esisteva un modo di vincere quella battaglia senza sacrificare un pezzo, suo figlio.
Allora il re fu finalmente felice e chiese a Lahur Sessa quale voleva che fosse la sua ricompensa: ricchezze, un palazzo, una provincia o qualunque altra cosa.
Il monaco rifiutò, ma il re insistette per giorni, finché alla fine Lahur Sessa, guardando la scacchiera, gli disse: – Tu mi darai un chicco di grano per la prima casella, due per la seconda, quattro per la terza, otto per la quarta e così via -.
Il re rise di questa richiesta, dicendogli che poteva avere qualunque cosa e invece si accontentava di pochi chicchi di grano.
Il giorno dopo i matematici di corte andarono dal re e gli dissero che per adempiere alla richiesta del monaco non sarebbero bastati i raccolti di tutto il regno per ottocento anni. Lahur Sessa aveva voluto in questo modo insegnare al re che una richiesta apparentemente modesta poteva nascondere un costo enorme.
Comunque, una volta che il re lo ebbe capito, il bramino ritirò la sua richiesta e divenne il governatore di una delle province del regno.

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