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mercoledì 31 maggio 2017

Poker: Fedor Dostoevskij il mito dei giocatori romantici 💓 💓 💓


Il gioco del poker è entrato nella nostra cultura nei primi dell'Ottocento, combaciava perfettamente con il sogno americano di progresso e arricchimento. Dai primi anni del XIX secolo, il gioco del poker, ha aumentato la propria popolarità diventando anche una fonte d'ispirazione artistica. Il poker, al di fuori delle sale da gioco, si esprime nel cinema, nell'opera lirica e nella letteratura.
Nella letteratura ha lasciato un importante impronta, merito dei grandi scrittori russi come Fedor Dostoevskij, Aleksander Puskin e Tolstoj che usa il gioco di carte come metafora della decadenza.
Ma furono gli scrittori americani come: Jack London, Robert Service, Mark Twain e molti altri a descrivere il linguaggio del poker con tono satirico e creando suspense.



Fedor Dostoevskij, per gli appassionati del gioco è una specie di divinità. Il grande e tormentato scrittore russo in una lettera, raccontò alla moglie di aver provato un vero e proprio orgasmo giocando e perdendo alla roulette.

Il romanzo 'Il giocatore' è un romanzo autobiografico. 'La roulette è stata inventata per i russi, perchè noi russi non soltanto siamo incapaci di accumulare capitali, ma li sperperiamo a casaccio e sregolatamente, sempre provando una certa sensazione, quella di voler sfidare la sorte: è come un desiderio di darle un buffetto, di mostrarle la lingua'.

A 45 anni, nel 1867, Dostoevskij sposa una ventenne stenografa di Pietroburgo, Anna Grigorievna. I due partono in luna di miele, un viaggio di nozze che durerà 4 anni. Dostoevskij è già carico di debiti, non solo per il gioco, ma anche per una serie di fallimenti letterari.
Alle spalle ha il primo matrimonio con Maria Issaieva, morta per tubercolosi, e la violenta passione sensuale per Suslova.

E' stato condannato a morte, ha passato duri anni in Siberia, inoltre è afflitto da una grave forma di epilessia.
Anna lo ha conosciuto come stenografa: Dostoevkij le ha dettato Il giocatore. Si sono innamorati e hanno deciso di unirsi in matrimonio.

Le memorie di Anna, narrano del lungo viaggio di nozze in Germania, in Svizzera e in Italia è in realtà una fuga in Occidente, una peregrinazione rovinosa da un casinò all'altro. Dostoevskij perde tutto a Bad Homburg, a Baden-Baden, poi punta su Ginevra, ma non lontano c'è Saxon les Bains, e le perdite aumentano. Anna aspetta un bimbo, che poi morirà appena nato, ed è subito di nuovo incinta. I debiti per la coppia aumentano, la vita è miserabile. Fedor scrive L'idiota e I demoni.

La sua vita è la sublimazione dell'esistenza amara e nevrotica, che gli appassionati giocatori di roulette e dei giochi d'azzardo, conoscono molto bene.

Anna decide di sconfiggere il demone del gioco che distrugge suo marito, ci riuscirà, nel 1871, dopo l'ultima umiliante sconfitta a Wiensbaden, Dostoevskij decide di smettere, e incredibilmente è fedele alla sua volontà sino al giorno della morte, nel 1881.

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