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sabato 6 maggio 2017

Grazie a Stefania Gander per la bella intervista pubblicata su http://www.queenhigh.info/index.html

di Stefania "vagabonda69" Gander

Quattro Chiacchiere con... Patrizia “Patty” Danti

Patrizia “Patty” Danti, ovvero una delle donne non solo più note nel mondo del poker, ma anche unanimemente riconosciuta come una delle più simpatiche poker players del circuito. Blogger, admin storica del gruppo Sei Pokerista se…, Patty è un vulcano, una di quelle persone con cui è impossibile annoiarsi ed a cui è impossibile non volere bene. Tornata da poco, dopo un periodo di lontananza forzata, a calcare la scena dei tornei live, ha accettato di raccontarci un po’ di se e di questo mondo. Una chiacchierata da cui emerge la straordinaria forza di questa donna davvero speciale.

Per noi è un piacere intervistare Patrizia “Patty” Danti.
QH: Ciao Patty, e grazie di aver accettato di fare questa chiacchierata con noi.
P: Grazie a voi, è un piacere per me.
QH: Patty, tu fai parte della generazione cresciuta prima dell’avvento dell’online: come ti sei avvicinata al poker e, soprattutto, perché?
P: Diciamo che il mio approccio al poker è stato abbastanza forzato, nel senso che mio marito amava ritrovarsi il sabato sera a casa nostra e giocare con gli amici. Ad un certo punto, mi sono stancata di guardare e portare le birre e così, una sera, logicamente, dopo avere studiato le regole e convinta di essere in grado di competere, ho detto: stop: da stasera partecipo anch'io! E così ho iniziato. Ogni tanto, poi, si andava al Park o al Perla a giocare, perché c'erano ancora tavoli di poker classico. Alcuni anni dopo, mio figlio, il maggiore, mi parlò del Texas Hold'Em e mi regalò alcuni libri: nacque l'amore! Il primo player che mi fece da coach gratuitamente on line fu Franco Francesco: io una frana, lui un maestro che non perdonava nulla. Quando sbagliavo, mi bacchettava di brutto e chiudeva Skype: se ci ripenso ora sorrido, ma allora pianti a dirotto! Però lo ringrazio, perché riuscì a fare sì che mi impegnassi seriamente.
QH: Hai inanellato una serie di tavoli finali: IPT, ISOP solo per citarne alcuni e poi la vittoria nel Ladies Event al Saint Vincent Poker Festival. Com’era il poker live in quegli anni e qual è il tuo ricordo più bello?
P: Fino al 2013 giocavo molti satelliti on line per vincere ticket live e ne ho vinti un certo numero. Inoltre, facendo parte di un team su People's, tutti noi appartenenti al gruppo facevamo tornei privati per circa due mesi, alla fine dei quali i primi due classificati vincevano un pacchetto per i vari PPT e ISOP. In questo modo le spese erano molto ridotte e potevo permettermi di fare la “prezzemolina”: andavo a giocare molto spesso e felicissima di essere ai tavoli. Il ricordo più bello è il Final Table televisivo Ladie's ISOP a Nova Gorica, con giocatrici fortissime tipo Irene Baroni. E proprio con lei in una mano in HU, out quarta, Io 99 shovo, Irene chiama con QQ e al river Q. Un quarto posto, ma che mi riempì davvero il cuore di gioia.
QH: Sei una blogger che scrive di poker da molto tempo e conosci molto bene questo ambiente: che idea ti sei fatta delle donne nel poker e del modo in cui sono viste e percepite?
P: Amo il poker e tutto ciò che ne fa parte. La mia è una passione indescrivibile: quando entro in un Casinò per giocare e sento il rumore delle chips,per me è pura libidine (ride). Ho iniziato a scrivere per gruppi di poker che avevano un loro blog, organizzavamo tornei e in radio facevamo interviste a professionisti, che nel frattempo giocavano ai tavoli. Ho avuto l'onore di conoscere i PRO più importanti, con cui sono sempre in ottimi rapporti, come Giada Fang, il mitico Luca Pagano, Bonavena, mister EPT, Max Pescatori, Dario Minieri molti altri che stimo tantissimo. Partecipando a molti Ladie's, anche per via del Buy-in più accessibile per le mie possibilità, ho avuto modo di confrontarmi con tantissime donne giocatrici. La pecca più grande che ho riscontrato è la poca solidarietà femminile, ad eccezione di alcune con cui ho legato tantissimo. Comunque gli uomini, almeno una buona parte di loro, vedono ancora le donne come se fossero al tavolo senza sapere più di tanto le regole, le sottovalutano, poi si stupiscono del contrario, perché abbiamo una marcia in più, bluffiamo meglio, recepiamo istant i tell, insomma cari uomini, meglio che ci temiate perché non veniamo a fare l'uncinetto o a pettinare le bambole ai live!
QH: Sei stata costretta a stare lontano dal tavolo verde per problemi di salute, ma da poco sei tornata a calcare le scene grazie ad ETOP. Oltre ad uno splendido tavolo finale al torneo Omaha di Venezia, il tuo impegno va oltre. Ce ne vuoi parlare?
P: Ora tocchiamo un tasto doloroso: causa malattia sono stata costretta a rimanere ferma tre anni senza giocare live e raramente on line. La mia vita era confinata in una camera, la mia o quella dell'ospedale. È stata durissima: entri in un vortice di interventi, cure invasive, ti guardi allo specchio e non ti riconosci più, ma non bisogna mai lasciarsi andare e la rabbia la devi trasformare in forza, la forza che ti porta fuori dalla spirale del dolore! Ora sto meglio, certo non tutto è risolto ma posso di nuovo vivere e seguire la mia passione, ,il poker. E questo, grazie a ETOP e al patron Andrea Tucci ( a cui sono immensamente grata), che mi ha voluto nel nuovo innovativo circuito da lui ideato. Sono la portavoce sui social, invito amici a partecipare ai live e quando posso vado nelle location che ospitano ETOP e gioco, possibilmente Omaha che amo tantissimo e a proposito di questo ,dopo tre anni di assenza, arrivare quarta a Venezia nel torneo di Omaha,è servito a ritrovare fiducia e stima di me stessa. Il poker è anche questo!
QH: L’approccio al poker sta cambiando velocemente: si parla di liquidità condivisa per l’online, Pokerstars sta cambiando le sue politiche per limitare al massimo il professionismo ed incentivare gli occasionali, i circoli sono sempre in un limbo, ma ormai propongono garantiti da fare invidia ai casinò. Come vedi il futuro del movimento pokeristico, in particolare in Italia?
P: Il futuro del poker in Italia non lo vedo molto roseo: le room, in particolare Poker Stars, sta facendo cambiamenti che non condivido, eliminando i professionisti e lasciando spazio agli occasionali: così, però, il gioco scende molto di livello. La mia speranza, forse un utopia, è che si possa giocare sul punto com per confrontarsi con i giocatori di tutto il mondo. Non è bello che il poker, solo perché rende meno, sia messo da parte per dare spazio al casinò e alle scommesse on line; ma il mercato richiede questo, perciò la soluzione è giocare live quando è possibile. Ed anche qui, solito enigma: non c'è una regolamentazione per i circoli ,tutto a discrezione dei vari questori, mi sembra davvero allucinante nel 2017! Infatti molti giocatori preferiscono andare nei casinò, ma non tutti hanno questa possibilità dal momento che questi sono solo al nord Italia!
QH: L’ultima tua bandierina live è stata in un torneo di Omaha. In Italia le varianti sono poco valorizzate. Si può ipotizzare un interesse maggiore in futuro, e come?
P: in merito alle varianti, come detto prima, amo tantissimo Omaha PLO ma soprattutto hi/lo e vorrei ci fossero più tornei. Gli amanti delle varianti crescono e se ogni organizzatore le inserisse nel programma di ogni evento come fa ETOP, sarebbe il non plus ultra.
QH: Molte donne conosciute e patchate anni fa, sono ormai sparite dalle scene, almeno da quelle mediatiche. Tu, invece, continui a cavalcare la cresta dell’onda e stai vivendo una seconda giovinezza pokeristica. Qual è il tuo segreto?
P: Molte giocatrici, come giustamente dici tu, patchate e quindi pro, sono sparite dalla scena pokeristica. Devo aggiungere che la stessa cosa vale per ottimi giocatori uomini. Forse per scelte personali, lavorative, non saprei dire con esattezza; però io, piccola goccia nell’oceano, sono ancora qua, come direbbe Vasco Rossi. Forse perché non ho mai fatto del poker un mestiere e l'ho sempre vissuto con passione, patchata o no, non importa. L'adrenalina è stare al tavolo e giocare al meglio, la vittoria è benvenuta, ma le sculate sono sempre dietro l'angolo, quindi a volte, pur giocando bene, nulla puoi contro certe mani! Una componente importante è la serenità (oltre alla professionalità intesa come conoscenza delle regole) e grazie al supporto della mia famiglia, di mio marito in primis, che scavalcherebbe montagne per vedermi felice ad un tavolo, a distanza di anni (cioè dal 2009) non ho ancora appeso le chips al chiodo e ho intenzione di farlo il più tardi possibile: finché mi diverto, mi appassiono e la mente regge, io ci sarò, è una minaccia!! (ride)
QH: Perché una ragazza oggi dovrebbe avvicinarsi al poker? Cosa le consiglieresti?
P: Alle ragazze giovani che vorrebbero avvicinarsi al poker, nel mio piccolo, suggerisco di studiare, di osservare: io passavo ore a fare questo on line, mentre giocavano i grandi player. Avere un coach sarebbe il top, ma per chi non ha possibilità, ripeto all'infinito di leggere quanti più libri possibili: il poker non va improvvisato.
Help me, fermatemi, altrimenti continuo a parlare per ore (ride) Ora la nonna del poker vi lascia, ho i miei acciacchi, ma la mente lucida e aspetto tutti ai tavoli per fare due risate e rubare i bui, perché quando una nonnina ti guarda, caro giocatore, tu pensi che non sappia bluffare o non abbia il punto: grande errore! Provare per credere (ride). Ne approfitto per mandare un abbraccio a tutti gli amici pokeristi, al gruppo sei Pokerista se di Roberto Robys Sabato, a tutto lo staff di ETOP, a tutti i gruppi in cui sono stata blogger o Admin.
QH: Grazie di cuore per questa piacevole e interessante chiacchierata, Patty, e Good Luck ai tavoli!
P: Grazie a voi, e un caro saluto alle amiche e amici di Queen High.

info@queenhigh.info

Il team di Queen High

Queen High
Patrizia "Patty" Danti al tavolo finale televisivo del Ladies Event ISOP

1 commento:

  1. Grazie a Stefania,una persona speciale,una grande amica che porto nel cuore,Grazie a tutto lo Staff di Queen High!

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